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Nel cuore di Altafiumara, là dove il promontorio si affaccia sullo Stretto e il tramonto scolpisce i contorni delle emozioni, è stata inaugurata la mostra «Radici primordiali e sguardi al futuro», un progetto espositivo che unisce arte contemporanea e cultura del territorio in una narrazione visiva e sensoriale carica di significati.
Promossa dall’Associazione Calabria Wild Wine in collaborazione con il Polo Culturale Altafiumara, l’iniziativa si propone di valorizzare i linguaggi visivi della Calabria attraverso le opere di Domenico Carteri, Domenico Grosso e Nicola Tripodi, artisti che con stili differenti ma sensibilità affini esplorano il legame tra natura, memoria e trasformazione.
La mostra, visitabile fino al 23 luglio, offre un percorso immersivo costruito attorno alla potenza simbolica dei quattro elementi — aria, acqua, terra e fuoco — che diventano strumenti narrativi per evocare una Calabria arcaica e insieme proiettata nel domani. Le opere si fanno ponte tra passato e futuro, tra materia e concetto, in un gioco di forme, materiali e riferimenti culturali che restituiscono tutta la densità emotiva di un territorio ricco di storia e tensione creativa.
«È una mostra importante, siamo in tre ma abbiamo approcci diversi — ha spiegato Domenico Carteri —. Eppure ci unisce un sentire comune: l’amore per la nostra terra e la volontà di dare un contributo attivo. Non basta amare il nostro territorio, bisogna agire, creare, risvegliare un orgoglio che da secoli sembra sopito. Questo progetto è un piccolo passo in quella direzione».
Accanto a Carteri, l’artista Domenico Grosso ha portato un’installazione provocatoria che affronta il tema dell’inquinamento: «Ho riutilizzato dischi di frantoio tradizionali, riagganciandomi al passato, ma anche affrontato un tema attuale come quello delle microplastiche, trasformate ironicamente in dolci pasticcini. L’arte può essere bellezza, ma anche denuncia».
Un messaggio, quello della mostra, che parla anche di resilienza, identità e sostenibilità, temi centrali nel lavoro dell’Associazione Calabria Wild Wine. «Mettere insieme arte, tradizione e innovazione è fondamentale per noi che ci occupiamo di biodiversità – ha sottolineato il presidente Vittorio Porpiglia -. L’arte non solo racconta, ma evoca emozioni profonde, tocca corde intime e restituisce una Calabria inedita. Ma per comprenderla davvero, bisogna venire qui e viverla dal vivo».
A completare il viaggio, un’esperienza enogastronomica al tramonto, presso l’Enoteca Culturale Altafiumara, che ha permesso ai visitatori di immergersi nei sapori della terra calabrese. La degustazione, curata dallo Chef Executive Antonio Battaglia, ha proposto un abbinamento tra tre vini calabresi da meditazione – Greco di Bianco, Moscato al governo di Saracena, Oro d’Aspromonte – e una selezione di eccellenze locali: cannolo di stroncatura, caciocavallo silano alla brace su pane antico, pecorino aspromontano con composta di pesche, maki di zucchine con crumble di livuzza pianota, gelato ai fichi con ricotta aspromontana e le immancabili piparelle di Villa San Giovanni.
Ospite d’eccezione della serata, il Prof. Orlando Sculli, che ha accompagnato i presenti in questo rito collettivo tra estetica, memoria e gusto. Un momento che ha fatto del dialogo tra arte e sapori la chiave per leggere una terra complessa, generosa e mai scontata.
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 23 luglio, ogni giorno dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 18.00 alle 20.00, presso il suggestivo scenario del Polo Culturale all’Altafiumara Resort.

