E dedicato all’Angelo Tutelare, l’opera custodita all’ingresso di Palazzo San Giorgio dopo il restauro che ne ha bloccato l’inevitabile degrado dovuto alla sua esposizione all’aperto, l’annullo filatelico promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos e concesso da Poste Italiane in occasione della mostra documentale e filatelica “Omaggio alla Spagna”, realizzata nell’ambito della 37^ edizione del Premio Anassilaos, che sarà inaugurata presso la Villetta della Biblioteca “Pietro De Nava” sabato 15 novembre alle ore 9. L’iniziativa è patrocinata dal Comune, dal Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina, dall’Archivio di Stato di Reggio Calabria e dal Liceo T. Campanella –Mattia Preti Frangipane di Reggio Calabria.

Nell’occasione l’Anassilaos ha realizzato una speciale cartolina che potrà ricevere l’annullo filatelico. Eretta nel 1637 a poca distanza dalla Porta della Dogana, vicino al Convento dei Carmelitani, e posta sopra un alto basamento, crollato nel terremoto del 1783, come si rileva da una antica stampa, forse opera giovanile dello scultore messinese Placido Blandamante, che lavorò a Reggio per l’illustre famiglia Strozzi e successivamente nella Cappella del Santissimo Sacramento in Duomo, la statua regge nel braccio sinistro uno scudo che rappresenta lo stemma del Comune di Reggio Calabria (San Giorgio che uccide il drago). Già gli storici ottocenteschi divergevano sulle ragioni che indussero i Reggini ad affidarsi, nel 1637, alla tutela dell’Angelo.

Per Mons. Antonio de Lorenzo si trattava di una difesa dalle incursioni ottomane - che in quegli anni erano comunque scemate- mentre lo Spanò Bolani scrive nella sua Storia che la statua “fu alzata in quel luogo per cancellare la triste ricordanza …della esecuzione capitale sofferta dagli uccisori del Cav. Monsolino su quella piazza della Chiesa dei Carmelitani, per ordine del consigliere Ferrante Barbuto che, a dispetto della scomunica dell’Arcivescovo, li aveva fatti trarre a viva forza da quella Chiesa dove avevano cercato asilo. E a disperdere quella memoria di dissidi cittadini abbiano pensato i sindaci Giacomo Laboccetta, Francesco Spanò ed Angelo Schimizzi d’ergere quella statua all’Angelo Tutelare della città”.