Un grande show per la penultima serata del Reggio Calabria FilmFest, che ha visto protagonista Rita Rusic, ospite per la prima volta in Calabria. La celebre produttrice cinematografica ha vissuto momenti intensi già nel pomeriggio, con una visita emozionante ai Bronzi di Riace, e dal palco di Piazza De Nava ha rivelato di essere al lavoro su una nuova sceneggiatura ambientata proprio in Calabria.

Davanti al pubblico, Rusic ha ripercorso la sua carriera costellata di titoli che hanno segnato un’epoca: da “Storia di una capinera” a “La vita è bella”, passando per “I Laureati”, “Il Ciclone” e “Viaggi di nozze”. «Se oggi i film non hanno più lo stesso successo è perché non si investe nei giovani» ha detto, sottolineando il ruolo delle nuove generazioni come chiave del futuro del cinema.

In dialogo con il Presidente della Calabria Film Commission, Anton Giulio Grande, la produttrice ha ribadito l’importanza di una prospettiva femminile nel settore: «Il cinema al femminile non riguarda solo le attrici, ma anche produttrici, direttrici della fotografia, montatrici, sceneggiatrici, registe. Oggi le donne fanno tutto, e lo fanno bene».

Raccontando le difficoltà degli inizi, Rusic non ha nascosto le barriere incontrate: «Quando sei giovane e magari anche una bella ragazza, conquistare credibilità è difficile. Devi guadagnartela sul campo». Per lei, il punto di partenza resta sempre lo stesso: «Tutto nasce dalla storia, è lo scrittore la figura più importante».

Grande ha rimarcato il valore della sua testimonianza e del Festival, sottolineando come «il cinema debba avere il coraggio di denunciare e far riflettere, soprattutto su temi drammaticamente attuali come i femminicidi». Un concetto che ha trovato eco nella proiezione in concorso di “Even”, film ispirato alla vicenda di Roberta Lanzino, con un cast d’eccezione e girato in Calabria. L’opera si è aggiudicata il Premio Bergamotto d’Argento per la Miglior Fotografia a Gianni Mammolotti e il Premio Speciale WIFTMI, con la motivazione di un racconto capace di «intrecciare traumi passati e presenti con delicatezza, donando ai personaggi un’anima autentica».