Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
Un colpo netto alla connettività dello Stretto. Dal prossimo 26 ottobre e fino al 28 marzo 2026 Ita Airways ridurrà drasticamente i collegamenti tra Reggio Calabria e Milano Linate, passando dagli iniziali tre voli quotidiani della winter season ’24-’25, ai due voli per la summer season in corso ad appena uno per il prossimo inverno. È un ridimensionamento che non si limita a essere un dato tecnico, ma diventa un segnale preoccupante sul futuro del Tito Minniti.
Perché tagliare oggi, mentre il traffico passeggeri cresce e mentre lo scalo si prepara a una nuova aerostazione, significa privare le aree metropolitane di Reggio e Messina di un collegamento vitale proprio nel momento in cui avrebbe bisogno di consolidare certezze. A pesare non è soltanto la riduzione dei posti disponibili, ma la sensazione che lo scalo reggino continui a essere considerato periferico e sacrificabile. La scelta arriva – al momento – senza spiegazioni pubbliche, senza un’assunzione di responsabilità chiara da parte della compagnia di bandiera. E così il volo che collega lo Stretto al cuore economico del Paese si trasforma nell’ennesima ferita aperta, mentre dall’altra parte Ryanair cresce, porta numeri record e dimostra che la domanda c’è, eccome.
La vicenda non nasce oggi. Già con l’avvio della stagione estiva lo scalo reggino aveva subito un primo ridimensionamento, con la cancellazione del volo mattutino delle 6, garantito dal night stop, ovvero la sosta notturna dell’aeromobile a Reggio. Un collegamento strategico, capace di permettere a professionisti e pendolari di essere a Milano già alle prime ore della giornata, era improvvisamente sparito dai sistemi di prenotazione, lasciando l’utenza spiazzata.
Allora, da tre voli giornalieri si era passati a due, con un danno evidente alla continuità dei collegamenti. Sulla nostra testata avevamo documentato passo dopo passo la vicenda, sottolineando come la compagnia avesse tentato di smorzare i toni, arrivando a definire «fuorviante» il termine “cancellazione” da noi usato. Una giustificazione che non cambiava la sostanza: il volo era stato eliminato e con esso veniva meno una possibilità concreta di mobilità per il territorio. Quello fu il primo campanello d’allarme, ora seguito da un taglio ancora più pesante.
Ora il colpo è ancora più duro. Con l’avvio della winter season i collegamenti giornalieri tra Reggio Calabria e Milano Linate passano da due a uno, riducendo ulteriormente la possibilità di scelta per chi viaggia e comprimendo la capacità di un’infrastruttura già fragile.
È un ridimensionamento che segna un passo indietro evidente e che conferma una tendenza ormai chiara: la presenza di Ita Airways sullo Stretto si sta progressivamente assottigliando. In questo scenario si inserisce quello che gli esperti definiscono «l’effetto Ryanair», ovvero l’impatto della crescita della compagnia low cost sul collegamento con Milano Malpensa. Mentre Ryanair espande la propria offerta e consolida la sua base, l’ex compagnia di bandiera taglia e riduce, come se lo scalo reggino potesse essere considerato un terreno di serie B. La conseguenza è che i passeggeri reggini si trovano sempre più costretti a spostarsi su altri scali per raggiungere Milano in orari competitivi, subendo i disagi di una strategia che sembra ignorare del tutto le esigenze reali del territorio.
Il paradosso è evidente. Proprio mentre Ita Airways riduce la sua presenza, lo scalo reggino vive una fase di crescita significativa. A giugno sono quasi 500mila i passeggeri ad essere partiti e/o arrivati all’Aeroporto dello Stretto. A questo si aggiunge l’attesa per la nuova aerostazione, che dovrebbe aprire entro fine anno, trasformando il Tito Minniti in uno scalo più moderno e competitivo. L’infrastruttura, dunque, cresce, le prospettive si aprono e i numeri premiano la domanda di mobilità del territorio. Eppure, mentre la concorrenza investe e le istituzioni promettono sviluppo, Ita fa marcia indietro, lasciando scoperti i passeggeri proprio sulla rotta che più di tutte rappresenta il collegamento vitale con la capitale economica del Paese. È un contrasto che non può passare inosservato e che rischia di trasformare lo scalo in una realtà a due velocità, con una compagnia che arretra e un’altra che avanza.
Alla fine resta una domanda che pesa più di ogni altra: che ruolo vuole davvero giocare Ita Airways a Reggio Calabria? Mentre le infrastrutture si rinnovano, mentre Ryanair cresce e moltiplica i numeri, l’ex vettore di bandiera arretra senza spiegazioni convincenti, lasciando cittadini e imprese a fare i conti con disagi e incertezze.
È un paradosso che diventa ferita: da una parte si promette futuro, dall’altra si tagliano opportunità. E la città, che chiede continuità e serietà, si ritrova ancora una volta a fare i conti con l’ennesima prova di fragilità. Se l’aeroporto deve essere davvero motore di sviluppo, i tagli unilaterali non sono più tollerabili. Perché la crescita non si annuncia nei convegni né si misura nei rendering delle nuove strutture, ma nei voli che decollano ogni giorno, garantendo a un territorio la dignità della connessione con il resto d’Italia.

