Si è svolto oggi, presso la sede dell’Agenzia delle Dogane di Gioia Tauro, un incontro istituzionale tra il Commissario straordinario dell’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, Paolo Piacenza, e il direttore regionale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli della Calabria, Antonio Di Noto, accompagnato dalla dirigente della sede di Gioia Tauro, Rossella Tallarico.

La visita ha rappresentato un momento di confronto sul ruolo strategico dei controlli e del monitoraggio delle merci in transito nello scalo, attività che garantiscono trasparenza, sicurezza ed efficienza e che costituiscono un presidio essenziale contro i traffici illeciti.

Accompagnato dal segretario generale Pasquale Faraone, il commissario Piacenza ha seguito da vicino le operazioni di scannerizzazione e apertura dei container effettuate dai funzionari dell’Agenzia. Un lavoro che fa di Gioia Tauro un’eccellenza a livello nazionale: qui si concentra infatti quasi il 60% delle scansioni italiane, pari a una media di 15 mila controlli, rendendo lo scalo primo porto di transhipment in Italia e sesto nel Mediterraneo, con collegamenti attivi verso 120 porti nel mondo.

La visita si è conclusa all’interno del Terminal MCT, nell’area dove è posizionato lo scanner mobile a raggi X di ultima generazione, di proprietà dell’Autorità di Sistema portuale e concesso in comodato d’uso all’Agenzia delle Dogane, strumento che consente di velocizzare ulteriormente le operazioni di verifica sui container.

Al termine dell’incontro, è stato confermato l’impegno a mantenere un dialogo aperto e continuativo tra istituzioni. «La collaborazione interistituzionale – ha sottolineato Piacenza – è fondamentale per affrontare le sfide legate alla gestione dei flussi commerciali e rendere il porto di Gioia Tauro sempre più sicuro e competitivo nello scenario internazionale».

Il direttore Di Noto ha espresso apprezzamento per la visita, ribadendo la disponibilità dell’Agenzia delle Dogane a «proseguire il confronto nell’ottica di una crescente integrazione operativa e istituzionale».