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Una stagione che fatica a decollare. Le vetrine sono allestite, i cartellini sconto ben visibili, ma il passo dei clienti resta incerto. A tracciare un primo bilancio è Lorenzo Labate, presidente di Confcommercio: «I saldi estivi – spiega – sono storicamente meno performanti rispetto a quelli invernali. In inverno c’è la spinta del Natale e una maggiore propensione alla spesa, mentre d’estate il caldo e la concorrenza delle vacanze penalizzano il commercio tradizionale».
Ma il problema, secondo Labate, è più profondo e riguarda il senso stesso dei saldi nel 2025. «Quello dei saldi di fine stagione è un modello superato. Un tempo erano attesi, quasi celebrati. Oggi, con l’e-commerce attivo tutto l’anno, le promozioni continue e le nuove abitudini dei consumatori, hanno perso gran parte del loro valore».
Una riflessione condivisa da molti esercenti del centro storico, che parlano di un avvio sottotono, di vetrine pronte da giorni ma di clienti esitanti, più inclini a guardare che a comprare. «La gente entra, chiede, ma compra poco – racconta una titolare di abbigliamento su via Giudecca –. I saldi non sono più una novità, sono dappertutto, sempre».
A pesare, quest’anno, anche le temperature torride delle prime settimane di luglio: «Con il caldo torrido – aggiunge Labate – l’afflusso è concentrato dopo le 19. Sarebbe stato utile prolungare l’apertura serale, ma serve organizzazione e sinergia tra tutti. Senza una strategia condivisa, diventa difficile».
Secondo il presidente di Confcommercio, è il momento di aprire un confronto a tutti i livelli: «Occorre ripensare il sistema, adattarlo all’attualità. Non possiamo continuare a ripetere meccanismi pensati per un mercato che non esiste più. I saldi vanno rimodulati, con una visione nuova, più aderente ai reali comportamenti di consumo».
In attesa di nuove formule e nuove strategie, a Reggio i commercianti fanno i conti con una stagione lenta e incerta. E con una domanda che, al netto degli sconti, sembra ancora in cerca di risposte.