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Una marcia popolare, un corteo silenzioso ma ricco di parole forti, di gesti simbolici e di poesia vissuta. Domani, domenica 3 agosto, Bova Marina sarà attraversata dalla “Marcia per la Pace”, un appuntamento pensato per dire no alla violenza, ai genocidi, all’arroganza dei potenti. E per dirlo nel modo più umano possibile: con la forza della parola e della musica.
L’iniziativa, che partirà alle ore 20, è promossa dalla Pro Loco, dall’Associazione Culturale Pietro Timpano, dal Comitato Giovani, e patrocinata dal Comune. Coinvolgerà una rete di associazioni territoriali, espressione di un fermento che attraversa tutta l’Area Grecanica e non solo. Il percorso sarà accompagnato da momenti di preghiera, riflessione, interventi pubblici, e si concluderà con il concerto del poeta e musicista Franco Donato.
Tra i promotori dell’iniziativa, il poeta Rocco Criseo, voce storica della cultura grecanica, racconta l’origine del progetto: «Questa marcia nasce da un’idea del poeta Giovanni Suraci, fondatore del gruppo “I Poeti per la Pace”. Abbiamo iniziato da Reggio Calabria, marciando su Corso Garibaldi fino a Palazzo San Giorgio. Poi San Luca, Acciarello, a fine agosto saremo a Gambarie: ogni tappa ha portato parole, poesia, memoria, condivisione».
Secondo Criseo, questo movimento di poeti itineranti si è trasformato in una vera e propria chiamata collettiva alla responsabilità: «A San Luca abbiamo recitato poesie davanti alla casa natale di Corrado Alvaro. A Reggio c’è stata un’altra marcia dei poeti. Ora vogliamo continuare questo cerchio con una marcia corale, che unisca la costa alla montagna, le generazioni, le lingue, le storie».
Alla base, un’urgenza morale: «Viviamo tempi tremendi. Sui giornali, in TV, vediamo ogni giorno massacri in nome del potere, guerre combattute per un pezzo di terra o una poltrona. Ecco, la poesia può ancora scuotere le coscienze, può toccare l’anima delle persone. Più dei discorsi ufficiali. Perché la metrica, la musicalità, le immagini che evochiamo restano impresse».
Un pensiero che vale anche per la musica: «Con il nostro gruppo, Tela di Ragno, abbiamo suonato nei luoghi simbolici. Abbiamo cantato in chiesa, in piazza. E domani canteremo ancora. Perché la musica è una forma alta di resistenza, come la poesia». Criseo rivendica anche il valore della partecipazione istituzionale. «Abbiamo coinvolto i sindaci del territorio. Ciò che conta è che si sappia che questa è una manifestazione nata dal basso, da cittadini, poeti, volontari, giovani. E che unisce culture, dialetti, storie».
L’auspicio, per il poeta, è che la manifestazione lanci un messaggio chiaro, al di là delle appartenenze. «Noi non vogliamo rimanere inerti. Non possiamo. Le potenze che oggi governano il mondo si sono discostate dalla realtà. Vivono in un delirio di onnipotenza. Noi, nel nostro piccolo, vogliamo ricordare che il mondo è fatto di persone, non di eserciti né di armi». E anche se, come dice lui, è solo «una goccia nell’oceano», quella goccia è poesia. E la poesia, da sempre, è memoria, resistenza e speranza.
