La Sagra del Pesce di Melito di Porto Salvo ieri è diventata un’onda unica di musica e partecipazione con lo spettacolo “Voglio Tornare negli Anni ’90”. La serata simbolo della “nostalgia di fine secolo scorso” ha richiamato migliaia di persone, soprattutto giovani e ragazzi, in un flusso continuo che ha riempito il rione Marina fin dal tardo pomeriggio.

L’impianto scenico ha incorniciato un’atmosfera da grande evento, con il pubblico stretto sotto al palco e un entusiasmo che cresceva brano dopo brano. La Sagra ha ritrovato la sua dimensione più popolare e contemporanea: gusto, comunità e spettacolo fusi in un’unica narrazione collettiva. Nella cornice di una tradizione che dura oltre quarant’anni, la serata anni ’90 ha agito da catalizzatore, restituendo identità e orgoglio a un appuntamento che appartiene al paese e alla sua storia. Il risultato è stato una piazza compatta, viva, che ha trasformato la festa in un racconto condiviso.

“Voglio Tornare negli Anni ’90” ha portato sul palco un format ad alto impatto: hit generazionali, coreografie serrate, interazione continua con il pubblico ed effetti scenici capaci di ridisegnare la piazza a ogni cambio di ritmo. Filippo Pellicone e Dominella Magda Foti, voci storiche di Radio Studio 95, hanno tenuto la conduzione con tempi televisivi e piglio radiofonico, cucendo i momenti clou e guidando la platea in un viaggio che ha unito nostalgia ed energia presente.

Tra coriandoli, colonne di fumo, giochi di luce e gadget distribuiti sotto palco, la folla ha risposto in coro, trasformando l’evento in un grande dancefloor all’aperto. L’efficacia del live è stata nella continuità: nessuna pausa morta, scelte musicali mirate e un ritmo capace di coinvolgere anche chi era rimasto ai margini.

Il Comitato Sagra del Pesce è stato il vero motore della serata, con un gruppo di giovani che ha saputo unire il peso di una tradizione lunga oltre quarant’anni alla capacità di parlare al presente. La loro organizzazione ha curato ogni aspetto: dalla logistica alla comunicazione, fino alla gestione degli spazi gastronomici e dell’area spettacolo.

La scelta di portare sul palco “Voglio Tornare negli Anni ’90” non è stata casuale, ma frutto di una strategia precisa: attrarre un pubblico eterogeneo, capace di mescolare residenti e visitatori, generazioni diverse e curiosi pronti a scoprire la manifestazione. In questa edizione, il comitato ha dimostrato di saper rinnovare la formula senza snaturarla, mantenendo la Sagra come punto fermo del calendario melitese e trasformandola, ancora una volta, in un appuntamento in cui la comunità si ritrova e si riconosce.

Dal palco, Patrizia Crea ha voluto rendere omaggio al loro lavoro, definendolo frutto di «spirito di sacrificio» e «grande forza di volontà», capace di «mandare avanti e portare avanti una tradizione che dura da più di 40 anni». Ha ricordato come «cambiano i volti del comitato, ma restano i valori e le ideologie che vengono tramandate» e ha sottolineato che «chi ha voglia di fare per Melito lo possa fare anche senza ricoprire, per forza, un ruolo istituzionale».

Parole che hanno rafforzato il legame tra la piazza e l’organizzazione, trasformando un concerto in un momento di riconoscimento pubblico per chi, dietro le quinte, ha lavorato per restituire alla Sagra del Pesce la sua dimensione più viva e partecipata. Crea ha voluto ringraziare anche il sindaco di Bova Marina Andrea Zirilli, capofila del progetto “Calabra Grecanica – Regione Calabria” che ha finanziato la serata patrocinata dal Comune di Melito Porto Salvo.

La risposta del pubblico ha confermato la portata dell’evento: migliaia di persone hanno riempito la piazza e le strade circostanti, creando un colpo d’occhio da grande manifestazione come poche altre pari. La composizione della platea parlava chiaro: prevalenza di giovani e giovanissimi, ma anche famiglie e visitatori arrivati dai centri vicini per vivere la serata clou della Sagra del Pesce.

L’energia era palpabile, con il pubblico che partecipava attivamente, cantando ogni ritornello e seguendo le coreografie proposte dal palco. Gli stand gastronomici hanno continuato a servire piatti tipici fino a tarda sera, integrandosi con il ritmo serrato dello spettacolo. Il risultato è stato un evento che ha saputo trasformare un centro storico in un grande spazio condiviso, dove la festa non era solo sul palco, ma anche tra la gente, in un intreccio continuo di musica, sapori e relazioni.

Dalla dedizione del comitato alla partecipazione massiccia del pubblico, passando per la collaborazione tra istituzioni e territorio, ogni elemento ha contribuito a scrivere una pagina importante della storia recente della manifestazione.

In un’estate che ha riportato la piazza al centro della socialità, la Sagra del Pesce ha ribadito il suo ruolo di collante e catalizzatore culturale, lasciando un’eredità fatta di emozioni condivise e di immagini che resteranno ben oltre la chiusura del sipario. Un appuntamento che non si limita a celebrare il passato, ma che guarda con forza alle prossime edizioni e ad una tradizione che non vuole tramontare.