La notizia del ritiro di Baker Hughes dal progetto di costruzione di un impianto industriale a Corigliano-Rossano ha creato sconcerto in Calabria. L’investimento di 60 milioni di euro, che avrebbe garantito 200 posti di lavoro diretti, è sfumato a causa di ritardi burocratici e opposizioni locali, tra cui un ricorso amministrativo presentato dall’amministrazione comunale. Il progetto, inizialmente accolto con entusiasmo per le potenziali ricadute economiche e occupazionali, si è scontrato con una serie di ostacoli che hanno portato l’azienda a rinunciare definitivamente.

In risposta a questo ritiro, Giuseppe Nucera, presidente del movimento “La Calabria che vogliamo”, e Matteo Olivieri, economista, hanno proposto una soluzione alternativa per salvare l’investimento. I due suggeriscono che il porto di Saline Joniche, situato nella Città Metropolitana di Reggio Calabria, possa essere una sede ideale per ospitare l’impianto originariamente destinato a Corigliano-Rossano.

Il porto di Saline Joniche, costruito negli anni ’70 per servire lo stabilimento della Liquichimica, è oggi una struttura in disuso ma che potrebbe avere grandi potenzialità. Negli anni, l’area è rimasta abbandonata, dopo che il progetto della Liquichimica non si è mai concretizzato. Tuttavia, le infrastrutture del porto, con fondali profondi e banchine ampie, potrebbero essere riqualificate per accogliere l’investimento di Baker Hughes, che prevede la costruzione di moduli industriali destinati all’esportazione globale.

La proposta di Nucera e Olivieri sottolinea l’importanza di agire rapidamente per evitare che l’investimento venga completamente perso. Il porto, che necessita di interventi di disabbiamento per essere pienamente operativo, potrebbe rappresentare una valida alternativa a Corigliano-Rossano, garantendo un rilancio economico e occupazionale per una zona che da troppo tempo soffre per la mancanza di investimenti.

Nucera ha inoltre criticato la gestione della Zona Economica Speciale (ZES) della Calabria, attualmente guidata da Giosy Romano, sostenendo che un commissario calabrese avrebbe potuto gestire meglio la situazione e garantire l’attuazione del progetto a Corigliano. Nella sua proposta, Nucera ha chiesto il coinvolgimento del governatore Roberto Occhiuto e del ministro dello Sviluppo Economico Adolfo Urso per avviare una nuova trattativa con Baker Hughes e proporre Saline Joniche come sede dell’investimento.

Il progetto di Baker Hughes prevede la produzione di strutture metalliche e l’assemblaggio di moduli industriali per la compressione del gas e la generazione di energia elettrica, prodotti da esportare a livello internazionale. La scelta di Saline Joniche, con le sue caratteristiche infrastrutturali, potrebbe soddisfare le esigenze dell’azienda, salvando così l’investimento e offrendo nuove opportunità di sviluppo per la Calabria.

Questa proposta rappresenta un’importante occasione per il recupero di un’area industriale rimasta per troppo tempo in stato di abbandono. La riqualificazione del porto di Saline Joniche e delle aree circostanti, comprese le strutture ex Liquichimica, potrebbe infatti trasformare questa zona in un polo industriale di rilevanza strategica, in grado di attrarre nuovi investimenti e creare posti di lavoro in una regione con alti tassi di disoccupazione.

Tuttavia, per trasformare questa proposta in realtà, sarà necessario un forte impegno politico e istituzionale. Nucera ha sottolineato la necessità di agire rapidamente per evitare che Baker Hughes decida di spostare il suo investimento in altre regioni italiane o all’estero. Solo un intervento tempestivo e coordinato potrà salvare questa opportunità e garantire un futuro di crescita per la Calabria.

La partita, quindi, non è ancora chiusa: il destino dell’investimento di Baker Hughes dipenderà dalle capacità della politica calabrese di offrire una valida alternativa e di dimostrare che la regione può essere un territorio attrattivo per grandi investimenti industriali.

Montebello, «il Comune è pronto a partire con l’iter»

Il sindaco di Montebello Jonico, Maria Foti, ha accolto con entusiasmo la proposta di trasferire l’investimento di Baker Hughes al porto di Saline Joniche, evidenziando come questa opportunità possa rappresentare una svolta per il territorio, da troppo tempo abbandonato. Rivolgendosi direttamente al governatore Roberto Occhiuto e alla multinazionale, Foti ha affermato: «Siamo pronti a partire subito con l’iter. Il nostro porto rappresenta uno scalo strategico e sarebbe un risarcimento per i 40 anni di abbandono che la nostra area ha subito».

Foti ha ricordato come lo sviluppo del porto di Saline Joniche non solo creerebbe nuove opportunità economiche, ma potrebbe anche ridare speranza a una comunità che negli ultimi decenni ha visto fallire diversi progetti industriali, come quelli della Liquichimica e delle Officine Grandi Riparazioni. «La cessione della gestione del porto all’Autorità Portuale è stata pensata proprio per facilitare il rilancio e lo sviluppo di questa infrastruttura, che ha sempre avuto una vocazione industriale ma non è mai stata utilizzata pienamente», ha proseguito il sindaco.

Il porto, con la sua posizione strategica e il retroporto disponibile, sarebbe in grado di ospitare un investimento di grande portata come quello di Baker Hughes, garantendo un significativo ritorno in termini di posti di lavoro e sviluppo economico per l’intera area. Foti ha inoltre sottolineato l’importanza di agire rapidamente, invitando le istituzioni regionali e nazionali a non perdere tempo prezioso: «Se esiste una sola possibilità di far insediare Baker Hughes a Saline Joniche, sediamoci subito a un tavolo e cerchiamo di realizzarla. Non possiamo permetterci di perdere un’occasione simile».