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Si è discusso davanti al tribunale civile di Locri il ricorso di azione popolare della Prefettura di Reggio Calabria per la decadenza dalla carica del sindaco di Riace Mimmo Lucano. I giudici decideranno entro i prossimi 30 giorni sulla causa di incandidabilità. Il termine è stato comunicato a conclusione dell’udienza celebrata oggi – alla quale ha assistito anche Lucano – nel corso della quale le parti hanno ribadito le loro richieste.
Il procuratore di Locri Giuseppe Casciaro ed il legale della Prefettura di Reggio Calabria hanno ribadito che la condanna definitiva nel processo “Xenia” a 18 mesi di reclusione, con pena sospesa, rientra nei casi previsti dalla legge Severino, configurando, quindi, una causa di incandidabilità di Domenico Lucano. Da qui la richiesta di decadenza da sindaco di Lucano che è anche europarlamentare.
Di parere opposto i legali del sindaco di Riace, gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Saitta. I difensori, infatti, hanno chiesto ai giudici del Tribunale di Locri il rigetto della richiesta di decadenza da sindaco. Il presidente del Tribunale Andrea Amadei, prima di dichiarare chiusa l’udienza, si è riservato di depositare la sentenza entro 30 giorni.
Secondo quanto previsto dalla Legge Severino, articolo 10, non possono ricoprire cariche pubbliche coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva a una pena superiore a sei mesi per reati commessi «con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio». Il destino politico di Mimmo Lucano si gioca dunque nelle aule del tribunale. E, come già accaduto sul fronte penale, il caso potrebbe arrivare fino in Cassazione, aprendo un nuovo, lungo percorso giudiziario.