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Il consigliere comunale di Gioia Tauro, Salvatore La Rosa, ha inviato una nota ufficiale al Prefetto di Reggio Calabria per segnalare un episodio avvenuto durante la seduta del Consiglio Comunale del 29 settembre.
Secondo quanto riportato, al termine dei lavori consiliari, dopo essersi allontanato dall’aula per impegni professionali già assunti, La Rosa sarebbe stato oggetto di un’offesa pubblica da parte del sindaco, che lo avrebbe definito «maleducato».
«Non si tratta di un episodio isolato – scrive il consigliere –. Già in passato ero stato menzionato in maniera offensiva, preferendo allora non sollevare polemiche. Ma dinanzi alla reiterazione di tali comportamenti, il silenzio non appare più accettabile».
La Rosa sottolinea come l’insulto non leda soltanto la propria dignità, ma coinvolga anche «la memoria di mio padre, il Prof. Raffaele La Rosa, e di mia madre, ai quali devo l’educazione e i valori civili che contraddistinguono il mio agire, sia nella vita privata che pubblica».
Il consigliere contesta inoltre il comportamento del presidente del Consiglio Comunale, accusato di non essere intervenuto per tutelare i diritti e le prerogative dei consiglieri.
Nella stessa nota, La Rosa ricorda di aver partecipato ai lavori fino alla conclusione di tutti i punti all’ordine del giorno, allontanandosi solo durante le comunicazioni finali del sindaco, non soggette a deliberazione.
In merito alle votazioni, precisa di aver espresso voto contrario al punto 11, relativo a un finanziamento, «per mancanza di elementi sufficienti ad approvarlo con piena consapevolezza», ma di aver invece votato favorevolmente a provvedimenti ritenuti utili alla città, tra cui l’apertura di una sede INPS e l’istituzione dell’Osservatorio sulla sicurezza urbana e legalità.
Conclude La Rosa: «Respingo con fermezza le accuse mosse nei miei confronti, ritenendole pretestuose e non corrispondenti alla realtà dei fatti. Rinnovo l’auspicio che il confronto politico e istituzionale possa svolgersi in futuro in un clima di rispetto reciproco e della dignità di ciascun consigliere».