Giorgia Meloni questa mattina alla Camera per le dichiarazioni programmatiche, a un mese esatto dalle elezioni che hanno consacrato la maggioranza di centrodestra. Al suo ingresso, prima del discorso in attesa del voto di fiducia, è stata accolta da un lungo applauso della maggioranza. Immobili i deputati di opposizione.

La premier è stata salutata da tutti i ministri, in particolare da Matteo Salvini che l’ha abbracciata. «Sono intervenuta molte volte in quest’Aula, come deputato, come ministro, come vicepresidente della Camera, eppure la solennità è tale che mai sono riuscita a intervenire senza provare un sentimento di emozione e profondo rispetto». Queste le prime parole del neo premier Meloni, per la quale quello della fiducia «è un momento fondamentale della nostra democrazia a cui mai dobbiamo assuefarci».

Il peso di essere la prima donna premier

«Tra i tanti pesi che oggi sento gravare sulle mie spalle oggi» c’è quello di essere «la prima donna capo del governo di questa nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto» sento «la responsabilità che ho nei confronti che di tutte quelle donne che attraversano difficoltà per affermare il loro talento», ha detto ancora la premier. Meloni ha ricordato anche quelle donne che «hanno costruito quella scala che oggi permette a me di rompere il tetto di cristallo».

«A pieno titolo nell’Occidente»

«Chi vuole vigilare sul nostro governo gli direi che possono spendere meglio il loro tempo: in quest’aula ci sono valide battagliere forze dell’opposizione che possono farsi sentire senza aver bisogno di soccorso esterno. Spero che chi dall’estero dice di voler vigilare sull’Italia non manca di rispetto non a me ma al popolo italiano che non ha lezioni da prendere». Questo uno dei passaggi sul posizionamento internazionale del nostro Paese.

«L’Italia è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze: è stato fondatore Ue, dell’alleanza altantica, parte del G7 e culla insieme alla Grecia della civiltà occidentale e del suo sistema di valori, libertà uguaglianza e democrazia» e alle sue radici «classiche e giudaico-cristiane».

L’obiettivo del governo «non è frenare o sabotare l’integrazione europea ma contribuire a indirizzarla verso una maggiore efficacia in risposta alle crisi», ha spiegato ancora Giorgia Meloni.

«L’Italia negli anni ha saputo dimostrare “affidabilità” a partire dalle tante missioni internazionali delle quali siamo stati protagonisti. E voglio per questo ringraziare le donne e gli uomini delle nostre Forze Armate per aver tenuto alto il prestigio dell’Italia nei contesti più difficili, anche a costo della propria vita: la Patria vi sarà sempre riconoscente».

Caro energia: «Sostegno imponente a famiglie»

«Siamo nel pieno di una tempesta – ha detto ancora Meloni -, con un’imbarcazione che ha subito diversi danni, e gli italiani hanno affidato a noi il compito di condurre la nave in porto in questa difficilissima traversata».

Per Meloni si dovrà anche a livello nazionale «rafforzare le misure a sostegno di famiglie e imprese», su bollette e carburanti, un «sostegno imponente» per creare un «argine al caro energia» che «ci costringerà a rinviare alcuni provvedimenti» in programma. 

Contro l’inflazione «è indispensabile intervenire con misure volte ad accrescere il reddito disponibile delle famiglie, partendo dalla riduzione delle imposte sui premi di produttività, dall’innalzamento ulteriore della soglia di esenzione dei cosiddetti fringe benefit e dal potenziamento del welfare aziendale. Allo stesso tempo dobbiamo riuscire ad allargare la platea dei beni primari che godono dell’IVA ridotta al 5%. Misure concrete, che dettaglieremo nella prossima legge di bilancio, sulla quale siamo già al lavoro».

La riforma del presidenzialismo

«Siamo fermamente convinti del fatto che l’Italia abbia bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale, che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare. Una riforma che consenta all’Italia di passare da una “democrazia interloquente” ad una “democrazia decidente». Sulla riforma del presidenzialismo «vogliamo confrontarci su questo con tutte le forze politiche presenti in Parlamento, per giungere alla riforma migliore e più condivisa possibile. Ma sia chiaro che non rinunceremo a riformare l’Italia di fronte ad opposizioni pregiudiziali».

«Vogliamo partire dall’ipotesi di semipresidenzialismo sul modello francese, che in passato aveva ottenuto un ampio gradimento anche da parte del centrosinistra, ma rimaniamo aperti anche ad altre soluzioni», ha aggiunto Meloni.

Il sud al centro dell’agenda

«Sono convinta che questa svolta sia anche l’occasione migliore per tornare a porre al centro dell’agenda Italia la questione meridionale. Il Sud non più visto come un problema ma come un’occasione di sviluppo per tutta la nazione. Lavoreremo sodo per colmare un divario infrastrutturale inaccettabile, eliminare le disparità, creare occupazione, garantire la sicurezza sociale e migliorare la qualità della vita. Dobbiamo riuscire a porre fine a quella beffa per cui il Sud esporta manodopera, intelligenze e capitali».

«Il Mezzogiorno, è il paradiso delle rinnovabili, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree e i fiumi. Un patrimonio di energia verde – ha aggiunto – troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili. Insomma, sono convinta che l’Italia, con un po’ di coraggio e di spirito pratico, possa uscire da questa crisi più forte e autonoma di prima“.

Il nuovo “patto fiscale”

Meloni, che dipinge i contorni di una «rivoluzione copernicana», punta ad un nuovo patto fiscale, che poggerà su tre pilastri Il primo: ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all’insegna dell’equità: riforma dell’Irpef con progressiva introduzione del quoziente familiare ed estensione della tassa piatta per le partite Iva dagli attuali 65 mila euro a 100 mila euro di fatturato. E, accanto a questa, introduzione della tassa piatta sull’incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente: una misura virtuosa, con limitato impatto per le casse dello Stato. 

Il secondo punto del patto fiscale sarà «una tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese (in particolare alle PMI) in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco». 

Il terzo punto del patto fiscale sarà «una serrata lotta all’evasione fiscale (a partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull’Iva)» che deve essere «vera lotta all’evasione non caccia al gettito», e sarà «accompagnata da una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell’Agenzia delle Entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora».

«Mai avuto simpatia per regimi antidemocratici»

«Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea nei quali da sempre mi riconosco. E dunque, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel discorso per la fiducia alla Camera. Alle 12.30 si è recata al Senato per la consegna del testo delle dichiarazioni. Al termine del dibattito generale, la presidente terrà l’intervento di replica.