Il garante regionale ripercorre quasi dieci anni di impegno nella tutela dei minori, tra denunce istituzionali, proposte di riforma e risultati concreti: «Terapia Intensiva Pediatrica rimane fiore all'occhiello che Calabria non aveva»
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«Quasi un decennio a servizio dei piccoli rende orgoglioso il piccolo calabrese che sono stato e che, forse, intimamente sono rimasto», ha dichiarato Antonio Marziale al termine della cerimonia di consegna della sua ultima relazione.
«Essere chiamato da due amministrazioni regionali politicamente opposte mi fa pensare che la scelta sul merito a scapito delle faziosità, nel mio caso, c’è stata e non posso che rendere onore all’onestà intellettuale della classe politica, che ha valutato il mio corposo curriculum. Certo, il fiore all’occhiello rimane la Terapia Intensiva Pediatrica che la Calabria non aveva mai avuto. In un’era in cui i servizi vengono ridotti, conseguire un risultato del genere non può che mettere serena la mia coscienza».
Le criticità della Calabria e le proposte del Garante
Nell’Introduzione della Relazione Annuale 2025, Marziale offre una fotografia nitida e, per molti versi, drammatica della condizione minorile calabrese: «La condizione dei minori in Calabria rappresenta un’emergenza sociale e istituzionale di estrema rilevanza. Oltre il 32% dei bambini e degli adolescenti vive in povertà relativa, solo il 2,1% dei bambini sotto i tre anni ha accesso ai servizi socio-educativi e la copertura dei posti nei nidi è di 10,9 ogni 100, contro una media nazionale di 27».
Una situazione aggravata, sottolinea il Garante, da un «sistema sanitario e psicologico per l’età evolutiva gravemente carente», dall’assenza di un reparto pubblico di neuropsichiatria infantile e da un Osservatorio regionale per l’infanzia «di fatto non funzionante».
Da qui la proposta di un “piano regionale integrato per l’infanzia”, che includa: il potenziamento della scuola a tempo pieno, la riqualificazione delle strutture di accoglienza, lo sviluppo dell’affido familiare, la creazione di équipe multiprofessionali territoriali, e la promozione di una nuova “cultura dell’infanzia come priorità politica e sociale”.
«Senza un investimento sistemico e continuo nelle politiche per i minori», scrive Marziale, «il divario tra i bambini calabresi e i loro coetanei del resto d’Italia è destinato ad ampliarsi ulteriormente, con effetti devastanti sulla coesione sociale e sullo sviluppo del territorio».
I risultati raggiunti: sanità, tutela e legalità
Tra i risultati più rilevanti ricordati nella relazione figurano: l’istituzione della Terapia Intensiva Pediatrica all’Ospedale Annunziata di Cosenza nel 2016, definita da Marziale «un traguardo di civiltà per la sanità calabrese». La costituzione di parte civile in un processo per abusi su minori, «un atto inedito per un Garante regionale, oggi entrato nei manuali di giurisprudenza». La mozione sull’età del consenso sessuale, approvata dal Consiglio regionale, che ha anticipato il dibattito nazionale per l’innalzamento da 14 a 16 anni. Il primato della Calabria per numero di tutori volontari dei minori stranieri non accompagnati, «oltre mille formati durante il primo mandato» e il progetto “Liberi di Scegliere”, volto alla tutela dei minori appartenenti a contesti criminali.
«La mia funzione ha assunto una valenza strategica in una regione dove i servizi per l’infanzia risultano storicamente carenti», scrive il Garante, «imponendo un intervento sistemico e intersettoriale fondato su salute, istruzione, dignità sociale e protezione giuridica».
La lotta alla pedofilia e la difesa dei Tribunali per i Minorenni
Ampio spazio nella relazione è dedicato al contrasto agli abusi su minori. Marziale ribadisce con forza: «La pedofilia non è soltanto un reato odioso, ma un crimine contro l’umanità. Ogni deroga o ambiguità rappresenta un’offesa alla vittima e un favore al carnefice».
Da qui la sua battaglia nazionale per l’innalzamento dell’età del consenso sessuale, nonché l’impegno nella difesa dei Tribunali per i Minorenni, la cui soppressione – spiega – «rappresenterebbe una regressione culturale e giuridica, minando la centralità del minore come soggetto di diritto».
Un’eredità di impegno e autonomia
Nel congedarsi, Marziale ha ringraziato il Presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso e il Presidente della Giunta Roberto Occhiuto, riconoscendo in entrambi «attenzione e visione riformatrice».
Ha infine ribadito la natura “vocazionale” della sua missione: «Tutelare i minori è una vocazione, e le vocazioni, se tali, non cessano mai. Concludo questo mandato, ma continuerò sul fronte, presiedendo il mio Osservatorio sui Diritti dei Minori, con cui dal 2001 contribuisco alla scrittura di leggi a tutela dell’infanzia».
Il Presidente Mancuso, a sua volta, ha espresso «apprezzamento per un lavoro svolto con concretezza, rigore e passione», definendo la relazione «una fotografia reale della vita dei bambini calabresi, non un quadro astratto».