«In acque limpide si pesca meglio. Purtroppo, c’è chi ha interesse a intorbidirle per ragioni politiche, ma noi facciamo chiarezza sull’attività di pesca delle nostre marinerie», dichiara l’eurodeputato Denis Nesci (ECR–FdI), commentando le recenti polemiche sul comparto.

«Siamo partiti da una situazione difficile, con due scenari possibili: il fermo pesca totale per novembre e dicembre, o una pesca limitata oltre le 4 miglia e mezzo dalla costa. Grazie al lavoro del ministro Lollobrigida e del sottosegretario La Pietra, abbiamo ottenuto un fermo retribuito a novembre e la possibilità di tornare in mare a dicembre, senza restrizioni di distanza».

Nesci ha ricordato che, per il 2025, era previsto un taglio delle giornate di pesca per lo strascico nel Tirreno pari al 40%. «Dopo settimane di trattative con la Commissione Europea – spiega – siamo riusciti a evitare questo taglio e a individuare misure compensative alternative, mantenendo le stesse giornate del 2024».

A luglio, di fronte a uno sforamento del numero di uscite rispetto all’anno precedente, il Governo ha concordato con le associazioni una riduzione prudenziale delle giornate di pesca da 5 a 4, «per evitare di esaurirle prima della fine dell’anno».

La svolta è arrivata dopo il confronto con Bruxelles sulla tutela del 20% dei riproduttori di nasello: «La Commissione aveva proposto ulteriori limitazioni fino a 4,5 miglia dalla costa, una misura inattuabile che abbiamo respinto con forza. In alternativa – continua Nesci – è stato concordato un fermo retribuito fino al 30 novembre, il divieto temporaneo di pesca del nasello per i palangari e la sospensione della pesca sportiva per due mesi. Una soluzione equilibrata che garantisce sostegno economico e tutela delle risorse marine».

Sul piano finanziario, Nesci ha assicurato che «i pagamenti del fermo pesca 2023 sono in corso e si concluderanno a breve, mentre quelli del 2024 saranno saldati nei primi mesi del 2026, colmando i ritardi ereditati».

Un passaggio, infine, dedicato alla Calabria: «La nostra regione dispone di 3 milioni di euro dal Fondo FEAMP, ma ha certificato solo 500.000 euro di spesa. Se non si agirà entro il 31 dicembre, rischiamo di perdere le risorse. Chiederemo alla nuova Giunta regionale di impegnarle rapidamente per sostenere concretamente le nostre marinerie. Non possiamo permetterci di sprecare un’occasione così importante».