«Noi siamo per il mantenimento dell’apertura del mercato la mattina perché non è inconciliabile né col parcheggio, nè con le attività ludiche e ricreative che si potrebbero fare la sera». Con queste parole Massimo Ripepi, presidente della Commissione Controllo e garanzia, ha illustrato la posizione ufficiale del centrodestra di stanza a Palazzo San Giorgio, nel corso di una conferenza stampa organizzata proprio a ridosso di piazza del Popolo.

«L’armata Brancaleone – ha detto Ripepi – ne combina una al giorno e quindi noi anche abbiamo difficoltà a raggiungerli nel loro disastro quotidiano della città. Noi siamo convinti che questo atto di imperio fatto da Falcomatà. L’ha scritto su Facebook prima di fare la delibera di giunta dimostrando anche un certo disprezzo verso la stessa giunta perché fa prima la delibera e poi fa il comunicato, per dire l’ho deciso io e chiude perché dice che fa la lotta alla legalità. Ma è lui che non l’ha voluta fare con quelli che erano abusivi, col risultato di aver distrutto quelli che volevano pagare per il bando del 2018».
Per Federico Milia (FI) «è inconcepibile che si calpestino le persone e si calpestino i quartieri e si calpesti la città come sta facendo il sindaco Falcomatà che ha palesato tutta la sua arroganza». Il riferimento è anche alle trattative definite «folli» che Palazzo San Giorgio ha intavolato «con un sindacato (il Sul, ndr) che non ha saputo rispondere a quanti iscritti e per quanti iscritti stava trattando».

«La situazione alla piazza la vedete – ha continuato Milia -, sono sì e no quindici macchine parcheggiate. Una situazione che non serve anche perché potrebbe essere conciliata nel senso che si può organizzare da un lato il mercato dall’altro il parcheggio, come vuole lui». L’esponente azzurro mette quindi all’indice «l’atteggiamento di sopraffazione nei confronti delle persone e rispetto alla città». D’altra parte per Milia «gli abusivi vanno controllati ma se da 11 anni ci sono solo tre regolari, la responsabilità di chi è? Chi doveva controllare?». L’idea rimane quindi quella di riorganizzare un mercato funzionale, moderno che sia compatibile con la vita del quartiere, anche perché, ha affermato Milia, Reggio sarebbe l’unica città forse l’unica grande città del sud senza un mercato storico».

L’auspicio è quindi che il confronto riprenda già martedì prossimo in Commissione dove proprio il primo cittadino è stato convocato per spiegare i termini dell’operazione piazza del popolo: «spero si degni di venire e di trovare una soluzione alternativa, quantomeno dialogata con le persone».
Non ci va per il sottile Antonino Caridi quando parla di «illegalità? Quando c’è mezza amministrazione comunale coinvolta in problemi giudiziari, da dover sciogliere non era il mercato ma Palazzo San Giorgio». Caridi condanna il tentativo della politica «che vuole dare la responsabilità agli uffici della SUAP» che non avrebbe controllato ed invita il sindaco «immediatamente» a convocare la giunta e «disporre che le persone continuino a lavorare mettendosi in regola, e visto che anche gli ambulanti si preoccupano di tenere bene la piazza, fare istallare i servizi igienici per queste famiglie».

Di «livelli insopportabili» ha invece parlato il leghista Armano Neri, «perché non si può essere indifferenti e cinici di fronte persone che chiedono semplicemente di poter lavorare in regola quando l’amministrazione non ha fatto nulla per consentire che ciò avvenisse. Non si può essere indifferenti e cinici di fronte al grido degli ambulanti che chiedono soltanto di poter portare con trenta euro al giorno da mangiare ai loro figli. Non si può essere cinici e indifferenti quando una persona Una minaccia proprio qui eh un gesto estremo rispetto al quale non c’è stata una parola da parte del sindaco e dell’amministrazione».

Per Neri c’è uno scollamento totale dell’amministrazione con quello che è il cuore e con quelli che sono i veri problemi della città, anche perché «garantire la legalità e la sicurezza non significa calpestare la dignità delle persone. Le decisioni – ha argomentato Neri – si possono prendere ma devono passare dai processi democratici e devono passare dal confronto, perché Piazza del Popolo non è casa del sindaco e non è casa dell’amministrazione, è casa di chi la vive ogni giorno».

Per Guido Rulli (Minicuci sindaco), che si dice fortemente perplesso, la decisione su Piazza del Popolo meritava una riflessione in più. «Meritava un’attenzione particolare sapendo insomma che si andava incontro a delle contestazioni da parte di chi ha operato in questa piazza storica. Attraverso la “spunta” si poteva ridurre l’area destinata agli operatori economici e poi un’altra parte destinarla ai parcheggi in attesa di capire poi quello che è la volontà precisa dell’amministrazione».

La precisazione degli ambulanti

«Non so da chi è stato chiamato in causa, anche perché lui non rappresenta la categoria. Oltretutto ha tenuto una linea completamente diversa da quella che stiamo tenendo noi». Così Gianni Vazzana, commerciante, ha inteso chiarire la posizione degli ambulanti rispetto all’incontro di ieri a Palazzo San Giorgio, tra l’amministrazione rappresentata dall’assessore Lanucara e il segretario del Sul Aldo Libri.

«La nostra linea è quella di poter rimanere a svolgere le nostre attività a Piazza del Popolo, mentre lui si è presentato dicendo che deve essere trovata un’alternativa e quindi lo spostamento in altra area dell’attività mercatale. Io non so chi sono i suoi iscritti, non ne sono a conoscenza, ma sicuramente da quello che so io nessuno dei miei colleghi è iscritto al Sul».