«Io sarò candidata a sindaco della città di Reggio Calabria se, nel corso dei prossimi mesi, riusciremo a realizzare nel nostro territorio una mobilitazione concreta». Anna Nucera irrompe nel dibattito politico cittadino un po’ come un fulmine a ciel sereno. Almeno per qualcuno.

Lo fa con la delicatezza, la determinazione e l’acume politico che le sono riconosciute un pò da tutti e lo fa con un intento dichiarato, quello di riavvicinare i cittadini alla politica e quindi alle scelte che concernono il futuro della città. Un modo diverso di approcciarsi alla questione candidatura in un momento in cui si stanno facendo le prime mosse, tanto a destra quanto a sinistra.

E forse, questo scendere in campo, in maniera condizionata, serve più per dare una sveglia a sinistra che per prenotare una vera e propria candidatura. Di certo, Anna Nucera ha tutte le carte in regola per accettare e lanciare a sua volta la sfida. Lo dice il suo curriculum politico, le sue partecipazioni alle esperienze politiche di Italo e Giuseppe Falcomatà, e la sua carriera in ambito scolastico.

Nello “Spazio Open” di via Filippini c’è tanta gente desiderosa di ascoltare le parole dell’ex assessore all’Istruzione e, seppur al suo fianco non c’è il fratello Giovanni, non sarà un caso se molti di questi fanno parte dell’epoca di Italo piuttosto che di quella di Giuseppe. D’altra parte lo slogan non ancora scelto, ma che sta nelle cose, è proprio quello di una candidatura «inclusiva», come ama dire lei, e non esclusiva, proponendosi come soggetto civico seppur di chiara estrazione di sinistra.

Quello presentato alla stampa è dunque una sorta di manifesto politico che fa da perimetro all’eventuale candidatura: «E’ il momento giusto per una rivoluzione gentile – dice -. In una fase storica particolare, che crea incertezze tra i nostri concittadini, la strategia più opportuna è quella delle api laboriose che si contrappongono, con la loro collaborazione e la mutua stima, alle vespe prepotenti e nevrotiche che diffondono esclusivamente malessere, egoismo, populismo e incertezza».

Messaggi forse neanche tanto velati agli inquilini di Palazzo San Giorgio. Tutti. «Noi vogliamo aprire un innovativo “cantiere” per un progetto politico, dinamico e focalizzato a ricucire il territorio comunale, per risanare le spaccature di un tessuto sociale nel quale si sono sviluppate solitudini e insicurezze; vogliamo intervenire nelle disarticolazioni di un mondo produttivo comunale deficitario di politiche volte alla creazione di nuove opportunità lavorative peri i nostri giovani. E, attraverso la pratica della cittadinanza attiva e responsabile, ricostruire una nuova classe dirigente cittadina che, con l’ausilio delle nuove tecnologie digitali, deve innescare il coinvolgimento e la partecipazione effettiva dei reggini ai processi decisionali, oggi sottoposti ad un modello decisionale verticistico».

Anna Nucera insomma inaugura un «cammino di ascolto» che aspira a concludersi con «una concreta partecipazione e un tangibile progetto di cittadinanza attiva per una innovativa governance comunale».
Tutto ciò, attraverso la realizzazione di un programma di iniziative socio-culturali ed attività programmatiche che mettano al centro l’impegno personale ed il coinvolgimento diretto, dei cittadini reggini, sulle questioni più importanti della vita cittadina. «Insieme scriveremo il programma per questa città e insieme lo realizzeremo» ha detto ai suoi e ai curiosi.

Nucera, poi, timidamente non ha escluso un eventuale percorso che porti alle primarie, non sbattendo le porte in faccia ai partiti nonostante si appelli più volte ad un “raggruppamento civico” che la supporti. «Sono una persona che ama la Costituzione e la democrazia – ha argomentato -. Sono cresciuta con questi valori e conosco benissimo l’importanza che hanno i partiti. Non sono stupida. I partiti sono strumenti di democrazia ma oggi si sono un poco svuotati della partecipazione della gente. Ma non è questo il problema, Il problema è che i partiti devono riprendere il loro ruolo, ai miei tempi sono stati importanti perché era un luogo dove i giovani potevano andare a discutere, conoscere, apprendere. Oggi non è più così. Allora io dico che noi dobbiamo fare in modo che i partiti riprendano a svolgere il loro ruolo, il ruolo che la Costituzione gli ha segnato. Anche questo nostro percorso deve portare a raggiungere questi obiettivi. I partiti devono ritornare ad essere luoghi dove si possa discutere e decidere».

Un programma “inclusivo”

Per realizzare quella «innovativa Governance comunale» a cui affidare il futuro della città, Anna Nucera, ha lanciato in grandi linee il suo programma di iniziative socio-culturali ed attività programmatiche «che mettano al centro l’impegno personale ed il coinvolgimento diretto, dei cittadini reggini».
Un programma – ha poi chiarito – che si dovrà caratterizzare per l’adozione di valide strategie operative finalizzate alla cura dei beni comuni, all’inclusione sociale, all’innovazione nei processi per lo sviluppo locale, alla riqualificazione del territorio attraverso la tutela dell’ambiente e lo sviluppo, reale, di un progetto turistico solido e sostenibile. «Abbiamo una grossa responsabilità nei confronti dei nostri giovani che, purtroppo, sono costretti ad abbandonare la nostra città per cercare altrove una sistemazione. Tutto ciò è inaccettabile. Vanno assicurati ai nostri giovani condizioni, concrete, per rimanere a Reggio Calabria. Sarà, quindi, la nostra mission pensare, programmare e attuare politiche, virtuose, che favoriscano lo sviluppo dei loro ideali e delle loro passioni».

Anna Nucera è convinta che il cuore e la coscienza civica dei reggini costituiranno una risorsa fondamentale a cui attingere per immettere nell’Agenda politico-istituzionale ed amministrativa della città «la visione e l’operosità incentrate sulla funzione decisiva delle Circoscrizioni in rete, sul collegamento funzionale dei servizi e dei rapporti metropolitani, e su un ruolo centrale della “Casa Comunale” fondata essenzialmente sui principi della Sussidiarietà che si esterna nella funzione di servizio e sostegno alle nostre periferie, in particolare quelle con maggiori problematiche, e nella leale, esigente ed efficiente collaborazione con tutti i livelli Istituzionali comunali».