Non c’erano festoni, luci sfavillanti né alberi di Natale addobbati, ma Il Consiglio comunale di Reggio Calabria andato in scena oggi era sicuramente in versione natalizia. Almeno nei suoi preliminari (che in sostanza fanno il Consiglio) e almeno nelle intenzioni iniziali. Dopo il minuto di silenzio osservato dall’aula per onorare la memoria dei dipendenti comunali recentemente scomparsi (Pierluigi D’Apice, Lorenzo Alampi e Nicola Sergio) il papà del consigliere delegato allo Sport Giovanni Latella e il nonno del collega di maggioranza Nino Malara, alcuni interventi hanno scandito le due ore successive all’inizio dell’assise facendo contare un po’ di tutto, carezze e “maschiate”, dall’una e dall’altra parte, ma anche diverse imprecisioni, frasi buttate lì, e finanche complimenti all’amministrazione dai banchi delle opposizioni che hanno rintuzzato tornando con convinzione sulle risultanze della classifica de “Il Sole24Ore” che però, giova ricordarlo, fa un’analisi della situazione dell’intera provincia reggina con dati riferiti al 2021 e non sulla città.

Falcomatà: «Campus universitario? È un’acquisizione immobiliare»

Il sindaco Giuseppe Falcomatà è intervenuto al termine di una serie di botta e risposta – sempre in clima natalizio – tra i consiglieri di maggioranza e minoranza che anche con Nino Minicuci ha inteso esaltare l’attività parlamentare del vicecapogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Francesco Cannizzaro, che nell’ambito della Legge di Bilancio ha annunciato un finanziamento di 4 milioni (1 + 3, è stato detto) per un Campus universitario nella sede dei Monfortani di via Licandro.

«Premesso che ogni singola goccia di sangue portata nella nostra città è una cosa per la quale riconoscere il lavoro di ognuno – ha detto Falcomatà – rispetto ad esempio all’intervento sul Campus universitario io credo che questo Consiglio comunale qualche riflessione la debba fare: la prima fra tutte è che fine abbia fatto il Campus Agapì di Saline – progetto da 90 milioni finalizzato alla creazione di un Distretto dell’Innovazione, nella zona delle ex Ogr, dove sviluppare la cooperazione tra l’Università Mediterranea, con i suoi dipartimenti, altri enti di ricerca ed aziende nazionali e internazionali leader nel settore dell’innovazione – che due anni fa era stato presentato proprio dagli stessi protagonisti di oggi con l’intervento che avrebbe rivoluzionato una parte di città economicamente depressa e quindi senza nessuna destinazione. Io ricordo quegli anni in cui sono stati fatti incontri ai ministeri, hanno partecipato rappresentanti istituzionali locali, regionali, universitari, in cui si è presentato questo campus. Ora però si dovrebbe capire qual è stato il motivo per cui chi è stato protagonista di questo percorso ha deciso di cambiare, ma soprattutto di passare da un investimento di novanta milioni a un investimento di quattro. Parliamo di un investimento che è meno dell’investimento per la riqualificazione di piazza De Nava. Che differenza c’è? È un campus in misura ridotta? e soprattutto quei novanta milioni che erano destinati alla nostra città in quali altri finanziamenti sono andati? e quali altre attività hanno finanziato, a meno che non sono ritornati all’Unione Europea trattandosi per la gran parte di finanziamenti del Pnrr? Su queste cose noi dovremmo interrogarci, anche perché con quattro milioni è difficile realizzare un campus, dovremmo parlare invece di un’altra cosa».

«Ma quattro milioni per acquistare il complesso dei Monfortani – ha continuato il primo cittadino – è un’acquisizione immobiliare non un Campus universitario. Anzi, è totalmente l’opposto perché intanto va a dividerla l’attività universitaria, non va a concentrarla all’interno di quello che doveva essere il campus Agapì che prevedeva attività didattica, polo sportivo, attività medica, attività di formazione…».
Insomma, un’acquisizione immobiliare per farci delle residenze e non certo un Campus come è stato sbandierato, da portare eventualmente anche in aula a Palazzo San Giorgio per ragionarci in una seduta ad hoc sul futuro dell’offerta formativa post diploma della nostra città.

Falcomatà: «La classifica del Sole24Ore ha svegliato le coscienze»

Ma non solo, perché il primo cittadino si è soffermato anche sulla classifica de Il Sole24Ore sulla qualità della vita, rimarcando prima che i parametri sono riferiti all’intera provincia reggina e poi sottolineando che l’opposizione fa finta di non capirlo, sostanzialmente facendo propaganda a suo uso e consumo.
Poi, anche con una certa soddisfazione, ha aggiunto che «quella classifica ha avuto l’enorme risultato positivo di far reagire i cittadini. Perché la cittadinanza non ha detto che dovremmo prendere esempio da Sondrio, che è tra le prime posizioni. I reggini innamorati della loro città, che conoscono le bellezze della loro città e che sono consapevoli delle sue fragilità, non le esaltano ma lavorano ogni giorno per combatterle, per ridurre quelle fragilità e superarli quei limiti che spesso siamo sempre noi a darci. Quindi un grande merito della classifica è stato quello di far riscoprire un orgoglio di appartenenza e un sentimento di identità a volte sopito».

Da qui Falcomatà è partito per ricordare un altro dato passato, o fatto passare, in sordina: «Il punto – ha detto – è che bisogna avere la coerenza, la trasparenza e l’onestà intellettuale di fare anche un bilancio di quelle che sono le classifiche regionali dove purtroppo la nostra regione è ultima».

Falcomatà: «Quanto pesano le deleghe della Metrocity sulle classifiche?»

Infine, Falcomatà ha concluso facendo un richiamo sull’attesa delle deleghe della Regione Calabria alla Città Metropolitana, che dovevano essere conferite entro il 31 dicembre di quest’anno, come previsto da un accordo siglato con un cronoprogramma dettagliato.
«Ciò che ci ha impedito di affrontare molte necessità, i comuni sono costretti a rivolgersi alla Città Metropolitana, drenando risorse dal bilancio o da altre fonti. Quante cose in più avremmo potuto fare per i 97 comuni se la previsione normativa fosse stata rispettata? Purtroppo, su questa battaglia, sono state poche le note di supporto al territorio. Parliamo di classifiche, ma non di come potrebbe essere la città se avessimo deleghe e funzioni. Infine, chiedo ai miei colleghi cosa pensano dell’autonomia differenziata. Quando parliamo di classifiche, facciamolo con una valutazione complessiva che consideri tutti gli aspetti legati a un determinato tema».