Torna la polemica sulla TARI a Roccella Jonica. Il gruppo consiliare di opposizione «Roccella in Comune – prima le persone» ha votato contro il piano economico finanziario e le tariffe per il 2025, confermate nella stessa misura del 2024. Una scelta, secondo i consiglieri, che «riproponendo aumenti del 22% rispetto al 2023 e addirittura del 45% rispetto al 2022», rappresenta un colpo pesante per le famiglie e le attività commerciali della città.

Al centro delle critiche, non solo il caro bolletta, ma anche la qualità del servizio. «Nel calendario estivo della raccolta differenziata mancano i turni pomeridiani – sottolineano – con conseguente riduzione degli operatori stagionali, dei consumi di carburante e dei conferimenti. In più, la percentuale di raccolta differenziata è salita dal 69,5 al 73,5%. Eppure, nessun risparmio viene trasferito sulle bollette».

Ma c’è di più. La nota diffusa dai consiglieri punta il dito contro un debito pregresso con la Regione Calabria che ammonterebbe a oltre 600 mila euro, con una dilazione approvata in consiglio comunale nel settembre scorso per i conferimenti del 2016-2017. «Sono cifre già pagate dai cittadini in quegli anni – denunciano – e che ora saranno pagate una seconda volta attraverso rate semestrali per i prossimi sei anni».

Una morosità che avrebbe anche fatto sfumare un finanziamento regionale da 200 mila euro, destinato all’ampliamento del cimitero, un’opera attesa da quasi vent’anni. «Il Comune pretende rigore dai cittadini – commentano i consiglieri – ma è il primo a non rispettare i propri obblighi. Così si mette a rischio anche l’erogazione di servizi essenziali».

Sul fronte dell’evasione, viene citato il dato della Corte dei Conti secondo cui il 47% delle utenze non paga la TARI. Ma per i consiglieri, la responsabilità non può ricadere solo sui cittadini. «Siamo favorevoli al recupero dell’evaso – affermano – ma non con sanzioni e more che superano l’importo del tributo. Servono soluzioni più eque per famiglie e attività in difficoltà».

Infine, arriva anche una stoccata sulla pulizia urbana, giudicata «insufficiente e limitata solo ai mesi estivi». Le periferie, in particolare, sarebbero «invase da vegetazione, detriti e rifiuti pericolosi, eternit compreso». Da qui l’appello a Regione e autorità competenti per bonifiche straordinarie, un piano anti-abbandono e l’adozione di strumenti di controllo e sanzione.