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Secondo il documento, le iniziative estive non avrebbero prodotto ricadute positive sull’economia cittadina: «I concerti, nel modo in cui vengono organizzati, non hanno portato nulla nelle tasche dei commercianti e dei cittadini roccellesi, dimostrando la loro assoluta inadeguatezza a costituire pezzi di processo di sviluppo».
Gli esempi di cattiva progettualità e di gestione discutibile non mancano. Vengono citati i lavori al castello, costati oltre 30 milioni di euro, «con intonaco non idoneo e infissi inadatti per un palazzo feudale», un museo multimediale «mai attrattivo» e il progetto «fallimentare» di wedding and conference. Tra i casi contestati anche la scalinata di San Giuseppe, la pavimentazione del Porto delle Grazie, il lungomare «malfatto ed incompiuto», le mense scolastiche considerate «ecomostri» e i lavori alla strada Roccella – Bosco Catalano – Maria, «iniziati e interrotti nella stessa giornata per un difetto progettuale gravissimo».
A questo si aggiungono, prosegue la nota, «l’ampliamento del cimitero caduto nel dimenticatoio, il Piano strutturale discriminatorio, il mancato dragaggio del porto, le contrade isolate, l’acqua contaminata, le strade fatiscenti, la scadente raccolta dei rifiuti, la scarsa sicurezza nelle emergenze». Sul piano economico, vengono ricordati «bilanci dal 2013 ad oggi viziati da gravi irregolarità contestate dalla Corte dei Conti, una pressione fiscale devastante, il galoppante aumento del debito pubblico e il malcostume clientelare nelle società partecipate».
La conclusione è senza appello: «C’è n’è più che abbastanza – scrive l’opposizione – per esprimere un giudizio finale irreversibile di totale, assoluto e conclamato fallimento amministrativo».