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Sul truck di LaC, affacciato sul lungomare Falcomatà, Giuseppe Ranuccio si è presentato ai cittadini in veste di candidato al Consiglio Regionale della Calabria nelle liste del Partito Democratico, a sostegno di Pasquale Tridico presidente. L’attuale sindaco di Palmi e consigliere metropolitano ha raccontato ai nostri microfoni la sua esperienza amministrativa, mettendo al centro i nodi irrisolti della regione e delineando le priorità di un progetto politico che guarda alle elezioni del 5 e 6 ottobre come a un appuntamento decisivo.
Ranuccio ha subito inquadrato la cornice politica, definendo l’anticipazione del voto una scelta di convenienza: «Siamo stati catapultati in campagna elettorale nel cuore dell’estate, con le dimissioni del governatore che ha preferito giocare d’anticipo per un tornaconto personale. Si è provato a cogliere impreparata l’opposizione, ma le forze del centrosinistra hanno saputo ricompattarsi intorno a un candidato forte e autorevole come Tridico».
Al centro della riflessione c’è la consapevolezza che la Calabria arrivi a questo appuntamento elettorale in una condizione fragile. «Sul piano sanitario – dice – che rappresenta la vera emergenza, tutto è fermo. L’attività amministrativa si è paralizzata, mentre i cittadini continuano a non avere risposte adeguate. Sono sicuro che gli elettori sapranno leggere le ragioni di queste dimissioni e comprenderanno la necessità di un cambiamento».
Per il sindaco di Palmi la madre di tutte le battaglie è la sanità. Una sanità che, denuncia, «non è cambiata, anzi ha visto crescere il fenomeno della migrazione sanitaria. Oggi non si muore più di mala sanità, si muore per mancanza di sanità. I pronto soccorso sono intasati, gli ospedali di Polistena, Locri e il Gom di Reggio Calabria sono ingolfati. Mancano strutture, ma soprattutto manca la medicina territoriale, che doveva alleggerire la pressione e che invece è rimasta un annuncio».
L’accusa è precisa: i calabresi pagano di tasca propria i costi di un sistema inefficiente, rimborsando le regioni del Nord che accolgono i pazienti costretti a curarsi lontano da casa. Da qui la proposta di un piano di assunzioni straordinarie. «Con le stesse risorse spese per iniziative marginali, come una pista di ghiaccio finanziata dalla Regione per il Natale, ma a Milano, avremmo potuto assumere decine di medici e infermieri. La politica è fatta di scelte: bisogna scegliere se investire sulla salute dei cittadini o disperdere fondi in interventi che nulla hanno a che vedere con le priorità del nostro territorio».
Accanto all’emergenza sanitaria, Ranuccio indica la via del turismo e della cultura come leva decisiva per rilanciare la Calabria. «La nostra area metropolitana ha straordinarie risorse paesaggistiche, archeologiche, storiche e religiose che devono diventare i pilastri di un nuovo modello di sviluppo. Per la prima volta, come consiglio metropolitano, ci siamo dotati di un piano strategico turistico che ha mappato siti, definito target e costruito un percorso di condivisione con operatori e agenzie. Ora occorre il passo successivo: trasformare questo lavoro in una strategia regionale integrata». Una visione che deve poggiare anche su scelte coraggiose in campo ambientale: «Gli investimenti devono creare lavoro, ma non possono portare con sé inquinamento e patologie. Il futuro non può essere il ricatto tra occupazione e malattia. Vanno rispettati i nostri territori e la salute dei cittadini».
Nelle priorità snocciolate da Ranuccio, il tema delle infrastrutture è strettamente legato alla necessità di trasferire competenze alla Città Metropolitana di Reggio Calabria. «La Regione non ha mai dato seguito alla previsione legislativa che assegna a questo ente funzioni chiave in materia di turismo, trasporti, agricoltura e infrastrutture. Senza strumenti adeguati abbiamo fatto sforzi enormi, sacrificando bilanci locali per garantire servizi essenziali come l’assistenza specialistica nelle scuole. È tempo che la Regione riconosca questo ruolo e metta la Città Metropolitana in condizione di agire».
Nell’intervista il candidato dem ha dedicato spazio anche al fronte sociale, ribadendo l’importanza di misure come il reddito di dignità: «Non va confuso con l’assistenzialismo, ma è un sostegno necessario a chi ha più bisogno. La nostra battaglia deve essere quella di garantire equità e solidarietà, con servizi concreti e risposte tempestive». Pur senza sconti al centrodestra, Ranuccio riconosce alcuni provvedimenti validi, come il potenziamento degli aeroporti e l’impiego temporaneo dei medici cubani. «Sono misure utili, ma non strutturali. Non bastano soluzioni tampone, serve un intervento definitivo e duraturo. Altre iniziative invece sanno troppo di propaganda elettorale e vanno cestinate».
Alla domanda sul perché abbia scelto di correre per il Consiglio Regionale, Ranuccio risponde partendo dalla sua storia personale: «Da oltre otto anni guido la città di Palmi e da quattro sono consigliere metropolitano. Ho sempre inteso la politica come spirito di servizio, con il telefono acceso ventiquattr’ore su ventiquattro per rispondere alle esigenze dei cittadini. Vorrei mettere questa esperienza a disposizione di tutta la Calabria, affrontando i temi con programmazione, visione e competenza». Non manca un richiamo ai grandi scenari nazionali e internazionali: dall’autonomia differenziata, definita «una minaccia irreversibile per il Sud», alla mancata presa di posizione della Regione sulla guerra in Palestina. Segnali che, secondo il candidato, mostrano la necessità di una politica più ferma e coraggiosa.
Alla fine, ai cittadini Calabresi, offre un invito a guardare ai fatti: «Gli appelli non mi piacciono. Posso offrire la mia persona, la mia credibilità costruita su anni di risultati e impegno. Chiedo fiducia per portare al Consiglio Regionale le istanze dell’area metropolitana e dell’intera Calabria. Cambiare è possibile, ma servono persone credibili, capaci e competenti. Se continuiamo ad affidarci ai soliti noti, non possiamo sorprenderci se le cose non cambiano mai».

