Il consigliere comunale accusa il sindaco di voler “epurare” i dirigenti non allineati dopo la riapertura dei termini per le nomine nelle partecipate
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
«Quando la democrazia si piega al volere di un solo uomo, il passo successivo è sempre la tirannia. E a Reggio Calabria, purtroppo, quel passo sembra essere già stato compiuto».
Con queste parole il consigliere comunale Massimo Ripepi, presidente della Commissione Controllo e Garanzia, interviene duramente contro la decisione del sindaco Giuseppe Falcomatà di riaprire i termini per la presentazione delle candidature dei rappresentanti del Comune e del Consiglio comunale presso enti, aziende, istituzioni e società partecipate.
Secondo Ripepi, dietro quella che appare come una misura di trasparenza si nasconderebbe «una manovra politica mirata a un vero e proprio repulisti: un’epurazione studiata per cacciare chi non lo ha votato e premiare i capi elettori che lo hanno sostenuto».
Il consigliere accusa il primo cittadino di «trasformare la competenza in un criterio secondario rispetto alla fedeltà politica» e parla di «uso spregiudicato e personale della cosa pubblica». «È la logica del “mi hai votato quindi ti premio, non mi hai votato quindi ti caccio” – afferma – una logica feudale che mortifica le istituzioni e umilia la città».
Ripepi prosegue: «Falcomatà non amministra, seleziona. Non guida, divide. Mentre gioca al piccolo tiranno con gli incarichi pubblici, la città resta abbandonata a sé stessa».
Nel corso della riunione della Commissione Bilancio, Ripepi ha poi riferito di aver chiesto ai capigruppo e ai consiglieri di maggioranza chiarimenti su un possibile spoil system nelle società partecipate, citando in particolare la società Hermes. «Nonostante il plauso unanime espresso per l’operato dell’amministratore avv. Mazzotta e del management – ha dichiarato – nessuno ha dato risposte chiare. Solo una vaga rassicurazione da parte del capogruppo PD Giuseppe Marino e del consigliere PD Giuseppe Sera, che hanno negato cambi ai vertici nell’immediato».
«Resta da capire – conclude Ripepi – come il sindaco intenderà accontentare i suoi nuovi capi elettori, in un contesto dove la fedeltà politica sembra pesare più dei meriti gestionali».