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Coronavirus: green pass, quarantena, vaccino e mascherine. Guida pratica

Green pass rafforzato, dose booster, mascherine ffp2 e trasporti. Vademecum per sapere come orientarsi con le nuove disposizioni

Coronavirus: green pass, quarantena, vaccino e mascherine. Guida pratica

L’emergenza covid non accenna ad arrestare e mentre si conclude un anno difficile caratterizzato dalla corsa ai vaccini è necessario fare chiarezza su molti punti perché lo scenario non è lo stesso di un anno fa. L’elevata contagiosità della variante Omicron e l’alta aggressività della variante delta stanno accrescendo di molto la preoccupazione dei sanitari per l’aumento vertiginoso dei nuovi casi di Covid-19, a cui seguono ricoveri ospedalieri e decessi.

A fronte dei dati in aumento, vi è una corsa al tampone in tutte le regioni, senza che vi sia sempre un’offerta corrispondente; il tracciamento è saltato; chi ha avuto l’immunità grazie all’infezione da variante delta può essere reinfettato da omicron, i cui tempi di incubazione sono ancora incerti, forse inferiori alle varianti precedenti. I vaccini restano la migliore arma di difesa, purché con tre dosi, indispensabili per proteggere dalla malattia severa in caso di variante omicron, che sta modificando sia le modalità di presentazione, che la velocità di diffusione. Ma andiamo con ordine e proviamo a rispondere alle domande più frequenti, partendo da quei termini, entrati ormai nella nostra quotidianità senza che ce ne accorgessimo.

Green pass rafforzato: cos’è e come si ottiene

Il green pass base indica la Certificazione verde COVID19 attestante l’avvenuta vaccinazione anti-Sars-Cov-2, la guarigione dall’infezione Covid-19 o l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare.
Per green pass rafforzato, invece, si intende la Certificazione verde COVID-19 attestante l’avvenuta vaccinazione anti-Sars-Cov-2 o la guarigione dall’infezione Covid-19. Il green pass rafforzato non include, quindi, l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare. Anche nei casi in cui è richiesto il green pass rafforzato, si applicano le esenzioni per i minori di 12 anni e per coloro che hanno un’idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti.

Il green pass “rafforzato” è richiesto in zona bianca, in zona gialla e in zona arancione per accedere ad attività e servizi che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni sulla base della normativa vigente, e nel rispetto della disciplina della zona bianca. Consulta la tabella delle attività consentite senza green pass, con green pass “base” e con green pass “rafforzato” per il periodo dal 6 dicembre 2021 al 15 gennaio 2022 sul sito governo.it.

Quando è necessario il green pass rafforzato

  • Dal 25 dicembre 2021 al 31 marzo 2022 l’uso del green pass rafforzato è esteso anche alla ristorazione al banco nei locali al chiuso.
  • A partire dal 10 gennaio 2022 e fino al 31 marzo 2022, l’uso del green pass rafforzato è esteso anche alle seguenti attività: al chiuso per piscine, palestre e sport di squadra; musei e mostre; al chiuso per i centri benessere; centri termali (salvo che per livelli essenziali di assistenza e attività riabilitative o terapeutiche); parchi tematici e di divertimento; al chiuso per centri culturali, centri sociali e ricreativi (esclusi i centri educativi per l’infanzia); sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò.
  • Dal 30 dicembre 2021 al 31 marzo 2022 i visitatori potranno accedere alle strutture residenziali, socio-assistenziali, socio-sanitarie e hospice soltanto muniti di green pass rafforzato e test antigenico rapido o molecolare eseguito nelle 48 ore precedenti l’accesso, con esito negativo, oppure vaccinazione con terza dose.
  • Dal 25 dicembre 2021 fino al 31 gennaio 2022 sono vietati gli eventi, le feste e i concerti, comunque denominati, che implichino assembramenti in spazi all’aperto. Nello stesso periodo, sono anche sospese le attività che si svolgono in sale da ballo, discoteche e locali assimilati.

Booster: come funziona e come prenotare la terza dose del vaccino

A partire dal 1° dicembre 2021 è possibile procedere con la somministrazione della dose “booster” (richiamo), con vaccino a m-RNA, anche ai soggetti di età compresa tra i 40 e i 59 anni purché siano trascorsi almeno sei mesi dal completamento del ciclo primario di vaccinazione, indipendentemente dal vaccino precedentemente utilizzato.
Lo prevede la circolare del Ministero della Salute dell’11 novembre 2021 Aggiornamento delle indicazioni sulla somministrazione di dosi “booster” nell’ambito della campagna di vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19.
Resta immutata, nell’ambito della campagna di vaccinazione antiSARS-CoV-2/COVID-19, la priorità della vaccinazione dei soggetti ancora in attesa di iniziare o completare il ciclo vaccinale primario, nonché della somministrazione della dose “booster” alle categorie per le quali è già raccomandata.

Mascherine FFp2 quando è obbligatoria e dove usarla?

Fra le disposizioni inserite nel nuovo decreto varato dal governo Draghi per cercare di contrastare la recrudescenza del contagio da Covid-19 c’è anche l’obbligo di utilizzare le mascherine Ffp2, quelle bianche (anche se esistono le versioni colorate), più resistenti delle semplici protezioni chirurgiche, in alcuni luoghi particolarmente a rischio infezione. Sono per lo più spazi al chiuso, ma ci sono anche aree all’aperto.

FFP2 su mezzi pubblici, cinema, musei e stadi: dove utilizzarla
Bisognerà indossare le Ffp2 sui mezzi di trasporto pubblici, sia su quelli a lunga percorrenza, sia sui veicoli utilizzati per il trasporto pubblico locale. Mascherina Ffp2 indosso anche nei luoghi di cultura che rimarranno aperti, come i cinema, i teatri e i musei. Infine bisognerà portare sul viso la mascherina Ffp2 anche quando si assiste a un evento sportivo, negli impianti al chiuso (per esempio i palazzetti) ma anche in quelli all’aperto, come gli stadi, dove rimane – per ora – la possibilità di riempire le tribune fino al 75% della capienza massima.

Mascherine FFP2 Certificate e regolari, come riconoscerle

Abbiamo iniziato a conoscere l’importanza (e l’efficacia) della mascherine Ffp2 fin dall’inizio della pandemia. E, in particolare nei primi mesi di convivenza con il Covid-19, in Italia abbiamo riscontrato anche difficoltà nell’approvvigionamento e, di conseguenza, nel reperimento di questi strumenti. Trovandoci anche di fronte a mascherine Ffp2 che non rispettavano gli standard richiesti. Per essere messe in commercio le mascherine Ffp2 devono essere prima analizzate da un organismo terzo che ne certifichi l’aderenza ai requisiti della norma tecnica EN 149:2001 sulla protezione delle vie respiratorie. Ottenuto il via libera il produttore potrà “fregiarsi” del marchio CE. Come riconoscere le mascherine a norma? Sulla confezione e sul prodotto deve essere riportato il marchio CE accompagnato da un codice di quattro numeri. Questo identifica il laboratorio o un altro soggetto che ha dato il via libera al prodotto perché questo è in linea con la norma EN 149:2001. Il marchio CE, per altro, deve avere proporzioni precise. Se è diverso o ha dimensioni differenti può essere contraffatto e quindi non rispettare gli standard di sicurezza europei.

Stretto di Messina, Green pass e mascherine: cosa fare sul traghetto

Italia divisa in due per chi non è in possesso del certificato verde. Il nuovo decreto ha introdotto l’obbligo della certificazione anche nel caso dei collegamenti intraregionali, da Messina per le isole minori. A Villa San Giovanni il greenpass viene controllato già in fase di acquisto dei biglietti e non è più possibile traghettare senza. In questa fase della pandemia, il medico di famiglia è nuovamente centrale: resta il riferimento per l’informazione, per la segnalazione precoce, per l’avvio del tracciamento e per garantire ai pazienti con patologie acute, croniche e con fragilità la necessaria indispensabile assistenza. L’attività domiciliare e all’interno degli studi medici è inevitabilmente critica e deve nuovamente essere protetta per assicurare la continuità assistenziale da svolgersi in rigorosa sicurezza.

Green pass e visite dal medico di base, cosa fare

Ripercorrendo alcuni aspetti che già hanno contrassegnato le precedenti ondate, la SIMG invita i pazienti a frequentare gli studi medici solo per reali necessità non differibili e, in caso, evitando affollamenti in sala di attesa e all’ingresso; per le ricette per terapie abituali si può ricorrere a telefono o mail, così come per la trasmissione di risultati di accertamenti diagnostici e consulenze; è fondamentale aggiornare regolarmente sugli stadi vaccinali, visto che la 3a dose si conferma estremamente efficace nel proteggere dalle forme cliniche gravi di Covid-19, evitando complicazioni polmonari e ricoveri in caso di contagio. In caso di sintomi anche lievi che possano far pensare al Covid è necessario isolarsi e contattare tempestivamente il proprio medico, il cui consulto è indispensabile prima di intraprendere qualsiasi iniziativa personale.

Medico di base, quali mascherine usare ed a cosa fare attenzione
Gli studi medici devono restare aperti e funzionanti per le necessità degli assistiti. L’accesso deve essere programmato e limitato ai soli pazienti muniti di mascherina e dopo igienizzazione delle mani; ancora meglio se si possano attivare sistemi di rilevazione della temperatura. La distanza in sala d’attesa tra ogni individuo deve essere deve essere superiore a 2 metri e la permanenza non deve superare i 15 minuti.

Altre prassi da adottare sono una frequente areazione dei locali, la disinfezione di tutte le superfici (sedie, tavoli, maniglie) con disinfettanti a base di cloro (ipoclorito di sodio 0,01%), l’uso di precauzioni standard per la diffusione delle malattie trasmissibili per via aerea (mascherine FFP2, schermature). Nel caso in cui un paziente presente in studio presenti sintomi sospetti (respiratori, simil influenzali e/o febbre) deve essere immediatamente munito di mascherina FFP2, isolato dagli altri o, ancor meglio, rinviato a domicilio. Ogni paziente che accede allo studio deve essere trattato sempre come caso sospetto e si dovrà effettuare un’indagine epidemiologica sui contatti degli ultimi giorni, richiedendo un tampone molecolare laddove ritenuto opportuno.

I pazienti con sintomi sospetti o confermati con Covid-19 devono essere gestiti a distanza nei limiti del possibile; in caso di necessità di visita domiciliare devono essere adottate scrupolosamente misure precauzionali con tutti i dispositivi di protezione individuale (mascherina FFP2/FFP3, guanti, occhialini, camice monouso); avere con sé solo la strumentazione strettamente necessaria (fonendoscopio, sfigmanometro, pulsossimetro, carta e penna) in una borsa da disinfettare successivamente, così come tutte le attrezzature; limitare la presenza di familiari; far indossare al paziente la mascherina; rimuovere i DPI secondo idonea procedura e smaltirli come rifiuti speciali.

Antivirali e uso di anticorpi monoclonali

In attesa di approvazione da parte delle autorità competenti di nuovi antivirali, i medici di famiglia hanno un ruolo fondamentale anche nella attivazione del tracciamento e nell’indirizzare i pazienti vulnerabili alla somministrazione degli anticorpi monoclonali, unico strumento terapeutico oggi a disposizione. Pertanto, la gestione di qualunque paziente deve iniziare con la valutazione immediata dell’indice di fragilità (vulnerability index) per l’inizio del trattamento entro 5 giorni, e comunque non oltre 10 giorni dall’inizio dei sintomi.

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