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Covid, l’Iss conferma: con la terza dose protezione al 98% contro patologie gravi

I dati sono stati raccolti durante il periodo dal 27 dicembre 2021 al 9 gennaio 2022. Fascia d'età più colpita quella tra 20 e 29 anni

Covid, l’Iss conferma: con la terza dose protezione al 98% contro patologie gravi

A fare luce sugli ultimi dati che riguardano la pandemia da virus SARS-CoV-2 è il bollettino è prodotto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) dello scorso 12 gennaio che riporta i dati della sorveglianza integrata dei casi sul territorio nazionale, coordinata dall’ISS ai sensi dell’Ordinanza n. 640 del 27 febbraio 2020. Il conteggio dei casi viene effettuato sommando tutti i casi di infezione da virus SARS-CoV-2 confermati tramite test molecolari e antigenici, e segnalati al sistema di sorveglianza attraverso una piattaforma web dedicata. Il database nazionale è quindi la somma dei casi presenti nei 21 sistemi informativi regionali/PPAA costruiti ad hoc per la sorveglianza COVID-19. Viene utilizzata la definizione di caso di Covid-19 riportata nella circolare del Ministero della Salute n.705 dell’8 gennaio 2021. Si sottolinea che non vengono inclusi i casi di pregressa infezione rilevati attraverso un test sierologico positivo, in assenza di test molecolare e/o antigenico con risultato positivo.

Le nuove infezioni da Coronavirus in Italia

I dai sono stati raccolti durante il periodo 27 dicembre 2021 – 9 gennaio 2022 sono stati segnalati 1.701.009 nuovi casi, di cui 1.004 deceduti (tale valore non include le persone decedute nel periodo con una diagnosi antecedente al 27 dicembre). I dati individuali raccolti dall’ISS rilevano un aumento rapido e generalizzato del numero di nuovi casi di infezione. In crescita anche l’incidenza settimanale a livello nazionale: 1.622 casi per 100.000 abitanti (3-9/01/2022) vs 1.098 per 100.000 abitanti (27/12/2021 – 2/1/2022). Questa tendenza trova conferma anche nei dati aggregati raccolti dal Ministero della Salute (2.050 per 100.000 abitanti nel periodo 6- 12/01/22). La fascia di età 20-29 anni continua a registrare il più alto tasso di incidenza settimanale, pari a 2.872 casi per 100.000 abitanti, in aumento rispetto alla settimana precedente.

Questa settimana, l’incidenza più bassa si rileva nelle fasce di età superiori agli 80 anni (489 per 100.000 abitanti nella fascia d’età 80-89 e 497 per 100.000 abitanti nella fascia 90+) che presentano anche una maggiore copertura vaccinale sia con ciclo completo che con dose di richiamo. La letalità del COVID-19 cresce con l’aumentare dell’età ed è più elevata in soggetti di sesso maschile a partire dalla fascia di età 30-39 anni. Ricordiamo che dall’inizio dell’epidemia alle ore 12 del 12 gennaio 2022, sono stati diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata COVID-19 7.611.614 casi, di cui 138.651 deceduti.

Impatto della vaccinazione nel prevenire nuove infezioni, ricoveri e decessi

L’efficacia del vaccino (riduzione del rischio rispetto ai non vaccinati) nel prevenire la diagnosi di infezione SARS-CoV-2 è pari a 71% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 57% tra i 91 e 120 giorni, e 34% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale. Resta elevata l’efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa: 95% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 93% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni e 89% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni. Nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster, l’efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa è pari rispettivamente al 68,8% e al 98%.

Impatto della malattia COVID-19 in Italia

Il report chiarisce che il Case Fatality Rate (CFR) a 28 giorni dalla diagnosi di COVID-19, grezzo e standardizzato rispetto alla popolazione italiana (2021) e alla popolazione europea standard (2013), per mese di diagnosi a partire da inizio pandemia è riportato in Figura 11. Il CFR grezzo è diminuito dal 19,6%, rilevato all’inizio della pandemia, al 1,1% a novembre 2021. Osservando i valori del CFR standardizzato rispetto alla popolazione italiana, si nota una diminuzione di approssimativamente 8 punti percentuali fra febbraio 2020 e agosto 2021. Lo stesso andamento decrescente è osservato in corrispondenza del CFR standardizzato rispetto alla popolazione europea. Si osserva, in particolare, una diminuzione continua del CFR (sia grezzo che standardizzato) da gennaio 2021 in poi. Gli alti valori del CFR osservati nella prima fase pandemica potrebbero essere spiegati dal ridotto numero di tamponi che venivano effettuati, e dal fatto che venivano testati prevalentemente i casi sintomatici.

I valori del CFR standardizzato utilizzando come riferimento la popolazione europea (mediamente più giovane della popolazione italiana) risultano sempre più bassi rispetto ai valori del CFR standardizzato che ha come riferimento la popolazione italiana. Questo suggerisce che le differenze con gli altri Paesi europei, in termini di letalità, siano in parte dovute alla struttura per età della popolazione italiana, relativamente più anziana.

Le reinfezioni, i numeri

Si parla di reinfezione quando:

una persona che a seguito di prima infezione da SARS-CoV-2 documentata da test molecolare/antigenico positivo, presenta una seconda infezione documentata da test molecolare/antigenico positivo a distanza di almeno 90 giorni dalla prima diagnosi;

una persona che a seguito di prima infezione da SARS-CoV-2 documentata da test molecolare positivo, presenta una seconda infezione con test molecolare positivo entro i 90 giorni dalla prima diagnosi purché con ceppo virale di SARS[1]CoV-2 diverso dal precedente, documentato da genotipizzazione. Dal 24 agosto 2021, giorno in cui i casi di reinfezione vengono inclusi nel flusso dati giornaliero al 12 gennaio 2022 sono stati notificati 70.629 casi di reinfezione, pari allo 2,5% del totale dei casi segnalati (totale prime diagnosi dal 24 agosto). Poiché, secondo la stima dell’indagine rapida5 al 3 gennaio 2021, la variante Omicron risulta responsabile del 81% dei casi. Fino al 13 dicembre ogni settimana le reinfezioni rappresentavano circa l’1% del totale dei casi notificati (Figura 16). Sebbene il dato sia ancora in fase di consolidamento, nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni (3,3%) sul totale dei casi segnalati risulta stabile rispetto alla settimana precedente (3,1%).

In particolare, analizzando la distribuzione per fascia d’età, si osservano lievi differenze tra prime diagnosi e reinfezioni; in particolare nella fascia di età 20-39 e 60-79 anni. Il 42% delle reinfezioni è infatti stato notificato nella fascia 20-39 mentre nella stessa fascia di età è stato osservato il 33% delle prime diagnosi. Nella fascia 60-79 si osserva il 7% delle reinfezioni mentre si è osservato il 12% delle nuove diagnosi. Confrontando la distribuzione per sesso delle prime diagnosi con la distribuzione delle reinfezioni, non si segnalano evidenti differenze. In entrambi i casi il numero di infezioni è maggiore nel sesso femminile (51% nelle nuove diagnosi e 53% nei casi di reinfezione). Similmente non si osservano differenze nella distribuzione per nazionalità.

Impatto delle vaccinazioni nel prevenire nuove infezioni, infezioni gravi e decessi

La campagna vaccinale in Italia è iniziata il 27 dicembre 2020. Al 12 gennaio 2022, sono state somministrate 117.736.859 (45.970.811 prime dosi, 46.869.000 seconde/uniche dosi e 24.897.048 terze dosi) delle 120.195.713 dosi di vaccino finora consegnate (https://github.com/italia/covid19-opendata-vaccini). Il 16 dicembre 2021 è iniziata la vaccinazione della fascia d’età 5-11 anni. Al 12 gennaio 2022, in Italia, la copertura vaccinale7 completa (due dosi o una dose di vaccino monodose) nella popolazione di età ≥ 5 anni è pari a 81,3%, mentre la copertura vaccinale relativa alla dose aggiuntiva/booster è pari al 43,2%. Nelle fasce di età 70-79 e 80+ la percentuale di persone che hanno completato il ciclo vaccinale è rispettivamente 92,2% e 94,2%, mentre la percentuale di vaccinati con la dose aggiuntiva/booster si attesta rispettivamente al 70,6% e al 76,7%. Nelle fasce di età 20-29, 30-39; 40-49, 50-59 e 60-69 la percentuale di persone che hanno ricevuto due dosi è superiore all’80%, mentre nella fascia 12-19 la percentuale di soggetti completamente vaccinati è pari al 75,5% . Nella fascia 5-11 la percentuale di vaccinati con prima dose è del 16,4%.

Si sa che, quando le coperture vaccinali nella popolazione sono elevate, si verifica il cosiddetto “effetto paradosso” per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile, se non maggiore, tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati, per via della progressiva diminuzione nel numero di questi ultimi.

Tassi di ospedalizzazione

Calcolando il tasso di ospedalizzazione (nella fascia 80+) nel periodo 26/11/2021- 26/12/2021 per i non vaccinati (829,4,7 ricoveri per 100.000) si evidenzia come questo sia circa otto volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni Prodotto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), Roma, 5 gennaio 2022 24 (98,5 ricoveri per 100.000) e circa trentasei volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (23,0 ricoveri per 100.000).

Nello stesso periodo (nella fascia 80+) il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei non vaccinati (40,5 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) è circa quattordici volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro 120 giorni (2,4 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) e circa quarantacinque volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (0,9 ricoveri in terapia intensiva per 100.000). Analizzando il tasso di decesso (nella fascia 80+), nel periodo 12/11/2021 – 12/12/2021, nei non vaccinati (337,2 per 100.000) è circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro i 120 giorni (35,9 per 100.000) e settanta volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (4,8 per 100.000).

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