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Riaperta ufficialmente da pochi giorni, ma con un solo paziente. Una storia di tenacia, ricorsi vinti e ostacoli burocratici quella della struttura sanitaria “La Chimera” di Camini, guidata dal vicepresidente Giuseppe Zurzolo, che torna a far sentire la sua voce dopo anni di battaglie. Accreditata dal 2009 al 2018 senza alcun problema, la struttura ha visto revocarsi l’accreditamento per ragioni strutturali, ma il ricorso presentato dalla proprietà ha avuto esito favorevole in Consiglio di Stato.
Così, dopo la riammissione da parte della Regione Calabria nel dicembre 2021, la cooperativa che ospita pazienti psichiatrici è riuscita a riaprire solo nell’ottobre 2022, a causa di un ritardo dell’Asp che non aveva preso visione della PEC regionale che confermava l’accreditamento già dal marzo dello stesso anno. Il debito è stato successivamente recuperato tramite pignoramento e decreto di assegnazione, permettendo di saldare le pendenze. Nel frattempo, la Regione ha concesso un rinnovo di accreditamento per 10 posti letto e l’autorizzazione per ulteriori 20, concessa dall’Asp di Reggio Calabria.
Una situazione che il vicepresidente definisce paradossale: «Abbiamo tutte le autorizzazioni ei posti letto disponibili, ma due volte l’Asp ci ha rimbalzati – ha spiegato – La Regione ci conferma che la decisione spetta all’Asp, che però preferisce spedire i pazienti fuori Calabria, con un aggravio di spesa e un disagio enorme per le famiglie. Nel momento in cui abbiamo comunicato la nostra ripartenza, dall’Asp ci hanno informato che non si poteva stipulare il contratto in quanto era in attesa di un documento da parte della Regione, e che senza quel documento non potevamo ricevere pazienti. A tutt’oggi in provincia sono state chiuse per gli stessi problemi altre due strutture come la nostra».
La struttura è stata riaperta ufficialmente lunedì scorso ma un solo paziente, inviato dall’Asp di Vibo tramite autorità giudiziaria. «Il motivo? La Regione per l’anno 2025 non ha attuato i Lea. Chiediamo all’Asp e alla Regione di confrontarsi affinchè si sblocchi la situazione per poter ripartire a pieno regime. Abbiamo posti letto, struttura e personale idoneo all’accreditamento che ci è stato rilasciato, ma non abbiamo i pazienti».