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Riceviamo e pubblichiamo la nota congiunta di FP Cgil, Uil Fpl, Fials e Coordinamento Rsu in risposta al comunicato diffuso nei giorni scorsi dal segretario regionale NurSind, Vincenzo Marrari.
I sindacati parlano di «romanzo a puntate dal titolo Guerra e Guerra» e respingono al mittente le accuse rivolte al commissario straordinario del GOM Tiziana Frittelli e alle altre organizzazioni sindacali, definite da Marrari «questuanti prezzolati gialli». «Abbia almeno il coraggio – scrivono – di dire chi siano e in che termini siano prezzolati, di modo che la querela, già al vaglio, possa essere prodotta con i dovuti dettagli».
La nota sottolinea come Nursind, «per anni silente e accondiscendente nelle riunioni sindacali, oggi si distingua per una produzione di comunicati che appaiono più strumentali che costruttivi». E punta il dito contro quella che definisce «una battaglia personale perché non si è ottenuto ciò che si pretendeva».
Le sigle firmatarie ribadiscono che gli istituti contrattuali richiesti «sono oggetto di contrattazione aziendale prevista dal CCNL, cui hanno partecipato tutte le organizzazioni, compreso Nursind». Da qui la presa di posizione: «La contrattazione aziendale è la vera sede delle relazioni sindacali, non i palcoscenici mediatici».
Il comunicato mette in evidenza anche le contraddizioni sul tema degli incarichi: «Se al GOM NurSind solleva dubbi sulla discrezionalità dei colloqui, in Asp lo stesso sindacato approva regolamenti che aumentano il peso della valutazione orale rispetto al curriculum».
Quanto alla sfida pubblica lanciata a Frittelli, con l’invito all’ex commissario Scaffidi, i sindacati parlano di «scelta singolare»: «Un sindacato che si presenta come innovatore affida il ruolo di garante a una figura che ha guidato la sanità calabrese per vent’anni».
La conclusione è netta: «Siamo disponibili a ogni confronto, ma nelle sedi istituzionali, con atti, numeri e responsabilità. Non con narrazioni suggestive e ambigue». E, citando Cicerone, il documento si chiude con una domanda rivolta direttamente a Marrari: «Quo usque tandem abutere, patientia nostra?».