mercoledì,Aprile 24 2024

Reggio, diciotto docenti dell’Università ucraina di Uzhhorod: «Qui siamo al sicuro e continueremo a insegnare»

L’ateneo per stranieri Dante Alighieri della Città dello Stretto accoglie le professoresse arrivate con i loro figli dal paese in guerra per proseguire l’attività didattica. Durante la permanenza impareranno l’Italiano e conosceranno la Calabria

Reggio, diciotto docenti dell’Università ucraina di Uzhhorod: «Qui siamo al sicuro e continueremo a insegnare»

«Oggi in Ucraina c’è la guerra e in quella situazione era diventato davvero impossibile continuare a insegnare e a fare ricerca. L’educazione ha rischiato di fermarsi perché per continuare a garantirla c’era bisogno di sicurezza per noi e per le nostre famiglie, bene più prezioso nella vita di ciascuna persona. Ringraziamo quindi l’università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria per questa opportunità di venire qui dove la nostra attività proseguirà, stando al sicuro con i figli che abbiamo portato con noi. Crediamo sia impossibile per il mondo andare avanti senza educazione e senza chi insegni, chi studi e chi impari». C’è speranza e c’è anche uno sguardo oltre questa guerra che nel cuore dell’Europa va avanti da oltre 100 giorni nelle parole di Viktoriya Lehan, docente e lettrice in lingua inglese dell’università statale di Uzhhorod, città dell’Ucraina Occidentale, arrivata qui con il gruppo di diciotto professoresse e ricercatrici della stessa università, per una permanenza di dieci giorni.

Accoglienza sentita e doverosa

«Nella nostra mission di Università per Stranieri vi sono i principi dell’accoglienza e dell’integrazione in nome dei quali, in un momento così drammatico e tormentato, abbiamo risposto immediatamente e positivamente alla richiesta dell’istituto per gli Studi di Politiche internazionali (Ispi) diretto da Paolo Magri di ospitare una delegazione di professoresse e ricercatrici dell’università ucraina di Uzhhorod. Mettendo a loro disposizione aule e strumentazione, potranno proseguire da qui la loro attività didattica e di ricerca, usufruendo anche di corsi di lingua e cultura italiana, al centro della nostra offerta formativa universitaria in ogni periodo dell’anno, anche d’estate. Sarà il nostro modo di farle sentire a casa, creando opportunità di incontro e conoscenza che arricchiranno in modo inatteso un periodo della loro vita così drammatico», ha spiegato il rettore dell’università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria, Antonino Zumbo.

«Una straordinaria opportunità di conoscenza»

«Siamo grate per l’ospitalità e l’accoglienza e per la grande opportunità di imparare la lingua italiana e conoscere le persone, l’architettura, la storia, la cultura lo stile di vita di questo Paese. Per me è la prima volta in Italia e scoprendo la Calabria. Facciamo tutto questo mentre continuiamo a insegnare», racconta ancora Viktoriya Lehan con la quale abbiamo potuto conversare grazie alla collaborazione del dottorando in Global Studies della stessa università per Stranieri Dante Alighieri, Riccardo Minasi, che ha fatto da interprete.

«Soprattutto in un momento di tale incertezza siamo impegnate a portare avanti la nostra attività di insegnamento, evidenziandone l’importanza, in particolar modo adesso, e difendendone la dignità e l’integrità. Sentiamo tutto il vostro affetto e siamo molto grate per questa calorosa accoglienza», ha sottolineato la professoressa Antonina Bulyna.

«Nuove possibilità di collaborazioni e di scambi»

Lo sguardo di queste donne è coraggioso, non incosciente, e si spinge oltre per scorgere in questa esperienza lontano dal paese di origine nuove possibilità. «È davvero una grande opportunità per noi e per i nostri studenti essere qui oggi. Vi ringraziamo profondamente, e speriamo che questo primo incontro sia l’inizio di una collaborazione e di una cooperazione che duri nel tempo», ha sottolineato poi, commossa, la professoressa Oksana Svyezhentseva.

«Ringrazio tutte le componenti dell’Università che hanno fortemente collaborato per la realizzazione di questa iniziativa che non avremmo potuto promuovere da soli, non disponendo di uno studentato e quindi di alloggi e di mensa. Quindi ringrazio anche don Valerio Chiovaro, responsabile per la Pastorale Universitaria dell’arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova, don Tonino Sgrò della parrocchia di San Domenico, la Caritas e il Meic, il Movimento ecclesiale di impegno culturale, per avere reso possibile questa accoglienza così piena di significato in un momento così drammatico, i cui riflessi sono vivi anche nella nostra università. Un tempo c’era una cospicua comunità di studenti e studentesse ucraini e russi; oggi si è notevolmente ridotta», ha sottolineato ancora Antonino Zumbo, rettore dell’università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria.

«Abbiamo sentito raccontare la guerra in televisione ma incontrare queste sorelle con i loro figli e adolescenti ci restituisce delle testimonianze preziose che accogliamo come un dono e in questo scambio così importante speriamo di crescere e di dare il nostro piccolo contributo a seminare la pace», ha sottolineato don Tonino Sgrò, parroco della chiesa di San Domenico di Reggio Calabria.

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