venerdì,Aprile 19 2024

Polistena, la Fondazione Girolamo Tripodi attacca il sindaco: «Continua a oltraggiare la sua memoria»

Al centro delle polemiche la mancata intitolazione del palazzo municipale al senatore e storico sindaco della città

Polistena, la Fondazione Girolamo Tripodi attacca il sindaco: «Continua a oltraggiare la sua memoria»

«L’arroganza di un potere che ritiene di essere assoluto e al di sopra di tutto e tutti, l’ostracismo e la presunzione come progetto di governo, l’offesa alla memoria di Girolamo Tripodi come permanente pratica amministrativa unitamente alla cancellazione della cultura come azione quotidiana sono gli elementi costitutivi e fondanti dell’amministrazione comunale di Polistena che, per coprire scelte politiche sbagliate, palese inadeguatezza gestionale coniugata con i macroscopici e disastrosi fallimenti amministrativi certificati dall’unanime critica dei cittadini, continua nella sua unica attività quotidiana che è quella di fare tabula rasa della storia gloriosa di Polistena e di chi è stato protagonista assoluto e indimenticabile di quella stagione irripetibile, che tutto il popolo di Polistena rimpiange e ricorda con enorme nostalgia». Con queste parole la Fondazione Girolamo Tripodi, attacca l’Amministrazione comunale di Polistena, guidata dal sindaco Michele Tripodi.

«Siamo dunque, amareggiati – continuano i membri della Fondazione – ma non sorpresi per l’ennesimo ulteriore atto di protervia e di prevaricazione che il sindaco e il presidente del Consiglio comunale di Polistena hanno compiuto rigettando, pretestuosamente e con una scelta viziata da profili di illegittimità, visto che è stato leso il potere sovrano del Consiglio comunale, la proposta presentata dal gruppo consiliare “Polistena futura” di intitolare il palazzo municipale del Comune di Polistena a Girolamo Tripodi. Un nuovo indecente oltraggio a Girolamo Tripodi e alla sua memoria, una nuova offesa alla comunità di Polistena: è questo il risultato della dichiarazione di una sedicente “inammissibilità” di cui si sono macchiati il sindaco e il presidente del Consiglio comunale per impedire l’intitolazione a Girolamo Tripodi del palazzo municipale.

Non hanno vergogna di nulla e, quando non è sufficiente il loro livore odioso, ricorrono all’utilizzo arbitrario e illegittimo di poteri che spettano esclusivamente all’assemblea elettiva, cadendo in totale contraddizione poiché hanno fatto l’esatto contrario nelle sedute precedenti. Eppure, nel 2018 l’allora vicesindaco del Comune di Polistena, su diretta indicazione del sindaco, per placare le polemiche che stavano travolgendo l’amministrazione comunale fu costretto a rilasciare un’intervista  con la quale dichiarava testualmente “siamo pronti ad intitolare il municipio a Mommo Tripodi”. Cosa che ovviamente si è rivelata una palese menzogna, tant’è vero che sono passati più di quattro anni da allora e non c’è stato nessun atto del sindaco e della giunta comunale che sia andato in quella direzione, anzi si è fatto di tutto, come è avvenuto anche nell’ultima seduta del 9 gennaio del consiglio comunale di Polistena, per cancellare in tutti i modi la figura e il ruolo di Girolamo Tripodi e qualsiasi cosa abbia a che fare con la sua storia e la sua eredità.

E’ un tentativo destinato al fallimento, ma intendiamo denunciare all’opinione pubblica che si tratta di un’operazione che non ci sorprende poichè è stata messa in atto in modo organizzato e cinico, fin dalla scomparsa di Girolamo Tripodi, e anche prima della sua scomparsa, con un’azione permanente che ha assunto i caratteri di una lesione d’immagine e di una ferita insanabile inferta alla figura del sen. Girolamo Tripodi. La seduta del consiglio comunale del 9 gennaio resterà scolpita nella memoria come il punto di caduta più basso del Comune di Polistena, rappresentando una delle pagine più nere di un’istituzione che pur vanta momenti alti e di grande spessore politico, civile e democratico.

Ci corre l’obbligo di esprimere un sincero ringraziamento al capogruppo avv. Francesco Pisano e al gruppo consiliare “Polistena futura” che hanno presentato la mozione che con un atto arbitrario, arrogante e prevaricatorio è stata ritenuta “inammissibile” e non è stata neanche posta al vaglio e alla decisione del Consiglio comunale che, non dimentichiamolo per coloro che si riempiono la bocca di democrazia e trasparenza, rappresenta la massima assemblea elettiva locale e che è stato vergognosamente svilito e scippato della possibilità di decidere su una questione così delicata ed  importante, con l’argomento assolutamente pretestuoso e inesistente che la materia non è di competenza del consiglio comunale: ci chiediamo se forse è materia di discussione al bar. Un atteggiamento anti-democratico e di svilimento di un’Istituzione pubblica che, tra l’altro, necessita l’intervento del il Prefetto di Reggio Calabria e del Ministro degli Interni.

Ci piace qui ricordare e sottolineare il forte impegno per la legalità e contro la ‘ndrangheta che è stato sempre al centro dell’azione di Girolamo Tripodi.  Non a caso egli fu uno dei testimoni decisivi, nella sua qualità di sindaco di Polistena, nel primo grande maxi-processo contro la ‘ndrangheta, il famoso “Processo ai 60”, che si svolse a Reggio Calabria nel 1978. Inoltre, occorre menzionare che il Palazzo Comunale, comprendente la sala del Consiglio comunale, gli organi istituzionali, la sede degli uffici amministrativi e l’auditorium comunale sono stati costruiti grazie allo straordinario e indimenticabile impegno che il Sen. Girolamo Tripodi ha profuso nella circostanza venutasi a creare durante la realizzazione dei lavori del palazzo comunale e dell’auditorium comunale.

Infatti, durante i lavori per la costruzione dei citati immobili, l’impresa appaltatrice dei lavori, a seguito di numerosi attentati e intimidazioni di stampo mafioso, aveva deciso di interrompere la realizzazione dell’opera e, quindi, di piegarsi alla prepotenza ed alla violenza minacciosa della ‘ndrangheta. Il blocco dei lavori e la chiusura del cantiere furono scongiurati soltanto grazie al grande impegno, alla incondizionata caparbietà e all’assoluto rispetto della legalità del Sen. Girolamo Tripodi, il quale chiese a S.E. il Prefetto, al Sig. Questore e al Sig. Comandante provinciale dei Carabinieri dell’epoca un intervento forte e determinato dello Stato e delle Forze dell’Ordine, per garantire la prosecuzione dei lavori ed il loro completamento. Fu un fatto assolutamente inedito poiché, per la prima volta in Calabria, una grande opera pubblica venne assunta a simbolo nazionale di vittoria nella lotta contro lo strapotere mafioso.

Con il contributo degli organi dello Stato, il cantiere fu riaperto e i lavori ripresero con la presenza H24, a tutela del cantiere e a protezione dei lavoratori, di una pattuglia della Polizia di Stato e/o dell’Arma dei Carabinieri che garantirono la prosecuzione dei lavori e il completamento della grande opera edilizia che, a tutt’oggi, rappresenta un fiore all’occhiello per la città di Polistena.
Quanto sopra descritto, costituisce solo uno dei molteplici eventi e delle tantissime realizzazioni che hanno caratterizzato l’intensa vita politica ed amministrativa del Sen. Girolamo Tripodi che ha lasciato un patrimonio incancellabile alla comunità polistenese che nessun amministratore, quantunque animato dalla peggiore malafede e dalla puerile invidia e cattiveria, sarà mai in grado di offuscare e mettere in secondo piano. Potranno, in modo illegittimo e illegale, negare le piazze per impedire le manifestazioni in memoria di Girolamo Tripodi o boicottare le attività della Fondazione a lui intitolata, ma non riusciranno mai a cancellarlo dalla memoria collettiva del popolo di Polistena che con la sua guida ha conosciuto momenti esaltanti di crescita, di sviluppo e di riscatto sociale.

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