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C’erano anche gli operatori mercatali a Palazzo San Giorgio, coi loro visi scavati dal tempo e la speranza di poter tornare a fare quello che hanno sempre fatto. Il loro racconto, seguito a quello dell’assessore Lanucara che conoscono bene, e della dirigente Pace, offre una lettura diversa degli eventi. Il presidente della Commissione Controllo e Garanzia, Massimo Ripepi, ha consentito a solo due di loro di esprimersi nel corso dei lavori svoltisi in mattinata.
Giovanbattista Pellegrino è un decano di Piazza del Popolo e di andare per il sottile non ci pensa proprio. «Gli abusivi li ha creati questa amministrazione, perché nel 2018 siamo stati 35 i vincitori di bando. Se allora ci consegnavano questi benedetti posteggi, noi eravamo ben lieti di pagare». Giovanbattista ammette che dal 2018 fino ad oggi si è operato in quella piazza da abusivi, ma solo per l’occupazione del suolo. «L’avete creato voi, perché il suolo non ce l’avete consegnato. Quindi non è vero che sono solo due operatori sono in regola. Eravamo trentacinque in regola. Trentacinque. Però se io non ho lo stand come faccio a pagare? Lo stand me lo dovete consegnare voi. Perché l’ho vinto peraltro. Mi sono messo in regola con gli arretrati dei pagamenti, circa 13mila euro e ancora sto aspettando la consegna dello stand».
Giovanbattista ricorda anche quello che successe durante il periodo covid quando si pensò di adibire metà piazza a parcheggio e metà a mercato: «Hanno fatto le strisce, i numeri, ho chiesto allora se questi parcheggi ci venivano consegnati e ci hanno detto “ci stiamo lavorando”». Insomma i ritardi e le omissioni del Comune per il commerciante sono diventati insostenibili: «In dieci anni non si è visto un vigile, una macchina dei vigili per fare rispettare le regole al mercato. Poi riguardo la pulizia non eravamo noi a lasciare il mercato sporco. Avete permesso voi per dieci anni di fare un mercato domenicale dove scaricavano di tutto e di più. Mobili, frigoriferi, divani. Qualsiasi cosa. E si lasciava il mercato per tutta la domenica pomeriggio fino a lunedì sporchissimo».
Alle parole di Giovanbattista hanno fatto eco quelle di Giulio, notissimo commerciante da 35 anni operante nel mercato di piazza del Popolo che in maniera netta ha respinto la tesi dell’abusivismo. «Noi non paghiamo? non è vero. Io non ho neanche un euro che devo dare al comune di Reggio Calabria. Da trentacinque anni che c’ho posto nel mercatino e prima della pandemia avevo le rate e io le ho pagate tutte: quindici, sedici mila euro». A giulio prima della pandemia è arrivata anche una revoca della licenza che gli era stato assicurato, a fronte dei pagamenti, gli sarebbe stata restituita con la sistemazione del mercato. Sistemazione mai realmente avvenuta. «E allora – ha continuato stizzito – si alzano un giorno e chiudono il mercato. Via via. Hanno lasciato due persone perché l’hanno voluto loro».
Anche per lui il mercato deve rimanere lì dove è sempre stato, anche per via della sua posizione strategica, dove crea economia anche per i tanti extracomunitari che arrivano senza un euro e lavorano per guadagnare, «si comprano il panino, comprano la carne, vanno a casa, mangiano, non passeggiano, non fumano, non bevono». Un modo anche per dire che sono proprio gli operatori mercatali a far rispettare la legalità all’interno di quel che restava del mercato. Giulio ha parlato di una comunità di extracomunitari che vivono a Reggio Calabria e amano Reggio Calabria, e poi rivolgendosi alla politica ha concluso: «Amano la città pure quando tu ti siedi su una sedia così e decidi. Tu pensi di fare del bene, perché tu sai quello che fai tu, ma quello che vivono gli altri non lo puoi sapere».