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Gattuso ct della Nazionale, quando Ringhio a Rizziconi arbitrò il mini torneo degli azzurri di Prandelli

Il campione del mondo calabrese nel 2011 era a riposo per motivi di salute ma, in quella giornata storica, non mancò all’appuntamento e tornò nella sua Calabria con gli azzurri di capitanati da Buffon

Gattuso ct della Nazionale, quando Ringhio a Rizziconi arbitrò il mini torneo degli azzurri di Prandelli

(Foto di Adriana Sapone) – Non poté giocare per motivi di salute ma fu presente in occasione di quella giornata storica per la Calabria. Il 13 novembre 2011 c’era anche Rino Gattuso, detto “Ringhio” per la notoria grinta con cui calcava il campo di calcio, con la Nazionale guidata dal ct Cesare Prandelli e dal capitano Gianluigi Buffon, arrivata in Calabria per disputare un mini torneo a Rizziconi, nel cuore della piana di Gioia Tauro. Da oggi è proprio lui il commissario tecnico della Nazionale che nel 2011 scrisse nel reggino una bellissima pagina di sport e impegno civile e sociale.

Il campo di calcetto non era un campo qualunque ma quello sorto già nel 2003 su un terreno confiscato in contrada Li Morti al boss Teodoro Crea detto ‘Toro’. Un campo più volte inaugurato e dove furono le resistenze e le difficoltà prima che lo spazio fosse percepito come libero e collettivo. A questo fine contribuì quell’iniziativa fortemente simbolica messa in atto per “liberare” definitivamente dalla ndrangheta quello spazio da influenze e condizionamenti che ne pregiudicavano la piena e sicura fruibilità.

L’impegno congiunto di Libera e Figc

A margine di una iniziativa svoltasi a Bologna qualche mese prima, il presidente di Libera don Luigi Ciotti aveva lanciato la proposta al presidente della Figc dell’epoca, Giancarlo Abete, che l’aveva accolta subito con grande entusiasmo. Con altrettanto entusiasmo la manifestazione fu fortemente sostenuta da don Pino De Masi, all’epoca referente di Libera nel territorio pianigiano, che da sempre lavora per dare ai giovani alternative e sane opportunità di crescita.

«Rino rappresenta l’immagine della Calabria bella, vogliosa di fare, affezionata ai suoi valori e che ha grande speranza per il futuro», aveva dichiarato il presidente Figc, Giancarlo Abete.

Sport, impegno civile e memoria

Rino Gattuso, originario di Corigliano Rossano, all’epoca lontano dal campo per motivi di salute, fu l’arbitro assolutamente speciale del mini torneo. Il grande calcio, in quella giornata, sposò l’impegno sociale e civile e la memoria del piccolo Dodò Gabriele, appassionato di calcio e morto dopo tre mesi di agonia a Crotone all’età di 11 anni. Durante una partita di calcetto rimase vittima di una sparatoria.

Così alla presenza delle massime istituzioni politiche e religiose del territorio, di un pubblico di un migliaio di persone composto prevalentemente da bambini e giovani (tanti coloro che non senza malumori rimasero fuori), la nazionale di Calcio scese in Calabria per “smarcare” quel campo e segnare il gol più importante contro la ‘ndrangheta.



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