Lo scorso 12 novembre 2025 il settore 6 Sviluppo Economico e Cultura della Città Metropolitana ha firmato una determina, la 3474, con cui affida direttamente al Circolo Culturale Apodiafazi l’appalto per la realizzazione delle attività previste dal progetto "La lingua greco-calabra: un balcone sul futuro" relativo alla 24^ annualità della Legge 482/99 e dei servizi aggiuntivi necessari per la sua realizzazione.

Fin qui tutto bene, trattandosi di un affidamento sotto soglia regolarmente previsto dal codice degli appalti, che segue l’approvazione di quel progetto deliberato dal Sindaco Metropolitano con l’atto n’ 40 del 24 aprile 2024.

Il nodo però è un altro, perché quell’atto istituisce per il 2025 quattro sportelli linguistici nei Comuni di Bagaladi, Brancaleone, Melito Porto Salvo e Reggio Calabria, finanziandoli con quasi 64.000 euro, ma escludendo clamorosamente Bova e Condofuri – dicasi Gallicianò – che ad oggi rappresentano le vere enclavi della resistenza del greco di Calabria.

Una decisione arrivata come un fulmine a ciel sereno per i sindaci dell’area, esclusi dai quei «tavoli di concertazione» in cui sarebbero dovuti essere coinvolti «al fine di regolamentare l’attività, la tempistica e le sedi operative degli operatori degli sportelli linguistici da istituire». Per lo meno questo prevedeva la determina. I Comuni che avevano presentato domanda per gli sportelli erano infatti Motta San Giovanni, Cardeto, Montebello Jonico, Bova, Melito Porto Salvo, Condofuri, Brancaleone, Staiti e Bagaladi.

A quanto apprendono fonti del nostro giornale, la decisione di Metrocity avrebbe provocato non poco clamore, tanto da condurre i sindaci dell’Area grecanica e la Commissaria del Comune di Condofuri a riunirsi per individuare una linea comune da seguire. Linea che avrebbe trovato una posizione congiunta nella presa di distanza dalla decisione della Città Metropolitana e nella richiesta formale di rettifica della determina.

Raggiunta al telefono sulla questione, Lucia Anita Nucera, Assessore al Welfare con delega alle Minoranze linguistiche e all’identità territoriale con origini gallicianesi, ha gettato acqua sul fuoco. Sarebbe infatti in dirittura di arrivo una nota di rettifica a quella determina che inserirebbe Bova e Condofuri tra i Comuni che ospiteranno gli sportelli linguistici. Non aumentandone il numero, ma operando una sostituzione che farebbe uscire dalla rosa dei quattro prescelti Bagaladi e Brancaleone per far posto ai primi. «La rimodulazione del progetto originario, approvata lo scorso maggio, ha individuato nel numero di quattro i Comuni coinvolti. L’obiettivo ora è di salire ad otto, considerando di istituire uno sportello per ogni due Comuni contigui per coprire in modo omogeneo il territorio di tutti e sedici i comuni dell’Area Grecanica. E chiaramente assumere a tempo indeterminato gli sportellisti», ha spiegato Nucera.

Il tema degli sportelli linguistici è un nervo scoperto per la Città Metropolitana: è ancora pendente alla sezione staccata del TAR Calabria e alla Corte dei Conti il ricorso n.137/2024 presentato dall’attivista Francesco Ventura contro il risultato ottenuto a seguito dell'avviso pubblico esplorativo di Metrocity per la selezione degli sportellisti (atto n. 3587 del 25.10.2023). Ultimo atto di una scia di polemiche si protrae da anni sul cattivo utilizzo dei fondi collegati alla Legge regionale 15/2023 a tutela e valorizzazione del patrimonio linguistico, culturale e materiale delle minoranze calabresi arbereshe, grecofona e occitana e a quella nazionale, la 482.

Una denuncia confermata nel 2023 dal prof. Salvino Nucera, memoria storica e pietra miliare della battaglia per la tutela della lingua e della cultura greco-calabra, che aveva chiarito che «La Provincia di Reggio Calabria ha tenuto per anni corsi di lingua grecanica inquadrati come corsi di specializzazione diretti ai dipendenti della Pubblica Amministrazione. Vi si partecipava spesso solo sulla carta e il controllo sulle presenze era scarso».

La prossima settimana sono attesi gli sviluppi della vicenda.