di Aldea Bellantonio – Le immagini condivise nel post pubblicato sui social da Simona Lanzoni ci pongono davanti a una realtà difficile da ignorare: il degrado dell’area mercatale nei pressi di Piazza del Popolo a Reggio Calabria e lo stato di abbandono della tomba ellenistica.

«Foto storiche (e sono poche prese dal web) pressi Piazza del Popolo negli ultimi anni. Se questa è la tradizione, il mercato della città, la culla del commercio reggino, il punto di riferimento per l’aggregazione della società civile, allora, io vorrò essere asociale tutta la vita!

In immagini, un pezzetto di Magna Grecia: la sfortunata tomba ellenistica. Magna Grecia: Megálē Hellás, è l’area geografica della penisola italiana mediterranea che fu anticamente colonizzata dai Greci a partire dall’VIII secolo a.C., argomento di studio in ogni scuola del Pianeta Terra, ammirata turisticamente in tutto il bacino del Mediterraneo».

Scrive così la Lanzoni sul post-denuncia sul suo profilo Facebook, un pensiero che dovrebbe fare riflettere tutta la comunità su quello che succede nella nostra città, non solo quando si aprono dibattiti su una questione specifica.

La Tomba Ellenistica, a cui sui fa riferimento nel post, per esempio, è un frammento prezioso della Magna Grecia, e rappresenta un’eredità storica e culturale di inestimabile valore, le cui tracce sono oggi ammirate e studiate in tutto il mondo. Tuttavia, quello che dovrebbe essere un luogo di interesse storico e culturale, nonché di memoria e rispetto, appare soffocato da rifiuti e incuria.

Mentre ancora la zona mercatale, tradizionalmente fulcro di commercio e socialità per la cittadinanza, sembra ormai lontana dall’essere un punto di riferimento per la città. La presenza di rifiuti e il disinteresse generale per la conservazione di beni storici e dei punti di socialità, ci costringono a riflettere sul valore che attribuiamo al nostro patrimonio.

È fondamentale un intervento che restituisca dignità a questi luoghi, con azioni concrete di pulizia, tutela e valorizzazione. Il rispetto per la storia non può essere sacrificato per l’indifferenza, perché la memoria collettiva è alla base della crescita di ogni comunità.