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di Silvio Nocera – «La festa è la stessa, la gioia è la stessa, il popolo è lo stesso. C’è solo questo spostamento, ma questo cambia poco. È un fatto eccezionale che il prossimo anno tornerà alla normalità della sua tradizione storica».
Questo il commento di Mons. Francesco Oliva, vescovo di Locri e Gerace all’arrivo a San Luca per la celebrazione della messa solenne in onore della Madonna della Montagna, che ribadisce si tratti di un giorno di concordia.
Sembrano chiudersi con un generale appeasement le polemiche delle scorse settimane sulla tradizionale festa settembrina che riunisce in Aspromonte migliaia di fedeli da tutto il Sud Italia.
San Luca è gremita: lo è dall’arrivo della Sacra Effige avvenuta ieri, giunta quasi di sorpresa per sopire conflitti e dissapori con una decisione dell’ultimo minuto con cui la diocesi e le altre istituzioni hanno tentato di chiudere una vicenda che ha creato molto malcontento.

Sono le stesse forze dell’ordine, sul luogo in gran numero, a confermare quanto la soluzione sia stata gradita da una comunità ferita e «collaborativa», così come riferito dai vertici militari presenti sul posto.
È presente il Commissario straordinario del Comune di San Luca, Dott. Antonio Reppucci, il Rettore del Santuario di Polsi Don Tonino Saraco, l’ex sindaco Bruno Bartolo, il Dott. Domenico Mileto, dirigente del Distretto di Bovalino di Calabra Verde, i vertici dell’Arma dei Carabinieri. Sono tutti seduti in prima fila di fronte all’effige della Madonna, la chiesa che trabocca di fedeli che si accalcano sulle scalinate dell’entrata principale e di quella laterale, mentre a lato del sagrato si suona e si balla al ritmo di organetto e tamburello.
L’atmosfera appare serena e solenne e segue una serata in cui San Luca ha visto un pienone durato almeno fino alle primissime ore di questa mattina. Ci viene riferito che sicuramente fino alle 2.30 in piazza hanno risuonato le tradizionali tarantelle.

La funzione delle 11.00 è la solenne eucarestia di ogni anno. L’omelia, tesa a condurre i fedeli verso un ecumenismo giubilare, ha i toni di un’orazione improntata alla convergenza. La parola d’ordine attorno a cui Mons. Oliva costruisce il senso di un discorso è unità. Nel nome della Madonna la strada tracciata è quella della collaborazione improntata alla alla crescita, all’armonia, alla difesa della comunità e dell’ambiente della Montagna, che è madre e risorsa anch’essa. Non manca un riferimento diretto alla tutela del territorio e alla piaga degli incendi, da combattere senza titubanza. Mons. Oliva ripete e scandisce che la Madonna della Montagna sarà ospite presso la Chiesa di San Luca fino al completamento dei lavori di ristrutturazione del Santuario. Qui, ribadisce, potrà essere visitata e venerata dal suo popolo.
Nel frattempo, per le vie del paese, in questo 2 settembre caldo e appiccicoso, fedeli ed astanti sciamano tra birre, canti e balli.
Le celebrazioni riprendono alle 18 con la messa celebrata da Don Gianluca Longo, parroco e collaboratore del Santuario, con Don Giuseppe Alfano, anch’egli collaboratore, e Don Tonino Saraco, il Rettore.
In piazza nel pomeriggio sono presenti anche esponenti del Comitato 15 Aprile, liberamente formatosi all’indomani dello scioglimento della Fondazione Alvaro. Hanno preferito essere presenti al pomeriggio e non alla mattina. Sono venuti a portare la loro solidarietà al popolo di San Luca e ad onorare la Madonna della Montagna.
