Due arterie fondamentali del territorio della Piana versano in condizioni disastrose, e a denunciarlo, ancora una volta, è il Comitato Ionio-Tirreno per la mobilità sostenibile per voce del suo portavoce Aldo Polisena. La segnalazione è stata inviata ai sindaci dei comuni interessati – Maropati, Cinquefrondi, Anoia, Melicucco e Galatro – nonché al delegato alla viabilità della Città Metropolitana e al sindaco metropolitano di Reggio Calabria.

Al centro della denuncia ci sono due assi stradali cruciali: la strada di Aracri, che collega Cinquefrondi, Anoia e Melicucco, e la strada ex statale 536, che unisce Maropati a Galatro e Feroleto della Chiesa.

La prima – si legge nella comunicazione – è in uno stato di grave abbandono, con buche, voragini, vegetazione che invade la carreggiata, deviazioni improvvisate e margini stradali privi di pulizia ordinaria.
Una condizione che mette a rischio la sicurezza e rende difficoltoso il doppio senso di circolazione, con impatto diretto sulla viabilità di chi quotidianamente percorre questo tratto per motivi di lavoro, studio o servizi.

La seconda, la ex SS 536, vive invece una condizione paradossale.
«Per ben tre volte è stata chiusa per diversi mesi a causa di una frana persistente nel tratto Maropati–Tritanti» si legge nella nota.
L’ultimo evento franoso risale a marzo 2023, ma la situazione non è mai stata risolta: il tratto rimane percorribile solo con difficoltà, in quanto la carreggiata è ancora invasa da terreno smottato e alberi abbattuti.

Una realtà ancora più preoccupante se si considera che questa strada è l’unica via di collegamento verso i comuni di Giffone, Galatro, Feroleto della Chiesa, Laureana di Borrello e l’A2.
Il maltempo delle ultime settimane, tra piogge continue, smottamenti e temporali, ha ulteriormente aggravato la situazione già critica.

Il Comitato Ionio-Tirreno, nel richiedere un sopralluogo urgente, allega anche documentazione fotografica per testimoniare lo stato attuale delle strade.
«Si tratta di arterie vitali per la mobilità di migliaia di cittadini – conclude Polisena – che non possono più essere ignorate dalle istituzioni competenti».