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di Aldea Bellantonio – «Un ricco a Reggio Calabria ha accesso a tutti i servizi, ha l’amico medico che non gli fa fare la fila al pronto soccorso, il suv che subisce meno le buche, prende un aereo ogni 5 minuti (perché con il treno non si va da nessuna parte) non va mai in periferia e si stupisce dell’ ultimo posto in classifica».
Così esordisce il cantautore reggino Augusto Favaloro, sui suoi canali social. Una disamina puntuale riguardo la classifica stilata qualche giorno fa dal Sole 24 Ore, che vedeva Reggio Calabria posizionata all’ultimo posto, con conseguenti critiche da cittadini e politici, ma forse, come spiega Favaloro, basterebbe analizzare la classifica in base alla posizione sociale, alle possibilità economiche, alla qualità dei servizi che offre non solo Reggio ma tutta la nostra provincia.
«Un povero di Bergamo, – continua Favaloro – nonostante abbia un facile accesso ai servizi, riesca ad essere curato senza avere un amico medico, cammini in bicicletta nonostante i 2 gradi, un po’ diverse dalle nostre ciclabili quelle della Val Brembana e della Val Seriana, viva in periferia, non abbia i soldi per prendere un aereo tanto quanto un treno, non riesce a capire perché sia primo in classifica».
Chiarisce infatti il cantautore reggino: «Adesso abbiamo spiegato ad entrambi che la classifica la si capisce in maniera diversa in base alla posizione sociale che uno ha. Inoltre, ricordo che per Reggio Calabria credo che si intenda anche la Provincia. Quindi anche gli ospedali di Locri e Polistena e i servizi di tutti i comuni (…) Ce la fate ad avere un po’ di umiltà e siamo belli lo stesso o dobbiamo per forza paragonarci a New York che se superi Ravagnese ci sono angolini degni della Beirut bene? A volte vi trovo patetici».
Forse, come consiglia Favaloro, dovremmo tutti avere un pò più di umiltà, affacciarci nelle nostre periferie, per renderci conto del degrado in cui verte la città di Reggio Calabria e tutta la provincia (bello il centro illuminato per le feste di Natale, ma non c’è solo questo) e renderci conto che la retorica del clima, del mare e del buon cibo non basta a fare una classifica.

