Si è spenta all’età di 86 anni, circondata dall’affetto dei suoi cari, Lidia Muggia, esule istriana da oltre mezzo secolo residente a Pellaro, nel quartiere della periferia sud di Reggio Calabria.

Con la sua dolcezza, ci ha sempre accolti nella sua vita, nella sua casa e nei suoi ricordi, anche nei più dolorosi, quando ci ha raccontato dell’infanzia rubatale dalla Storia. Durante gli anni trascorsi dentro un casello ferroviario vicino a Pola, nella penisola istriana, da sola con sua madre, rimasta prematuramente vedova, e per qualche tempo con il fratello Domenico, aveva vissuto in mezzo al bosco, circondata e assediata.

Uno stato di assedio, tra due fuochi, in un terra divisa e contesa, tra due volti di una storia a lungo negata e dimenticata. Invece Lidia Muggia non aveva mai dimenticato e ricordava ancora con il desiderio intenso di condividere e testimoniare. Fu, infatti, un’ardente e generosa testimone di una storia tragicamente collettiva. Aveva vissuto la sua infanzia sotto assedio: da una parte i tedeschi e dall’altra i partigiani titini e sullo sfondo il dramma delle Foibe.

Lidia adesso raggiunge l’amato marito, l’ex maresciallo della Guarda di Finanza, Michele Liberti, originario di Oppido Mamertina e conosciuto a Trieste, mancato nel 2021, dopo 56 anni di vita insieme. Insieme per decenni avevano reso, ogni anno, omaggio alla memoria di Norma Cossetto, con il Comitato 10 febbraio di cui Lidia Muggia è stata presidente onoraria. Nel profondo di Lidia Muggia hanno sempre convissuto l’esule istriana e la cittadina italiana, tratti orgogliosi e inestricabili di un’unica identità.
Un’ identità che l’ha resa una persona dolce, una donna forte, una madre e una nonna adorate.

I funerali oggi alle 15:30 presso la parrocchia di Santa Maria del Lume a Pellaro.