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di Vincenzo Imperitura
«È lontana la stazione dei treni»? Faruk ha poco più di trenta anni, a Roccella è arrivato un paio di giorni fa, salvato in mare con la sua famiglia da una motovedetta della guardia di finanza. Borsone carico sulle spalle, è lui a guidare il piccolo corteo che sfila sul lungomare della cittadina jonica verso la stazione. Roccella è solo una delle tante tappe di un viaggio iniziato settimane fa dai sobborghi di Teheran.
«Andiamo a Milano e poi da lì cercheremo di prendere un altro treno per Monaco, in Germania. Mio fratello più giovane vive lì da quasi 5 anni, in qualche modo ci sistemeremo anche noi. Anche lui è passato da Roccella».
A piccoli gruppi di una decina di persone per volta, i migranti – iraniani e pakistani in massima parte quelli arrivati in questo primo scorcio di 2023 – abbandonano il porto seguendo lo stradone che costeggia il mare. È una bella giornata, durante la camminata qualcuno si ferma a fare una foto al castello con il telefonino, altri improvvisano con i bambini una partita a nascondino nel palmeto. «Andiamo in Francia – racconta una ragazza, l’unica del suo gruppo a parlare inglese – ci sono dei parenti di mia madre che vivono a Lione. Dobbiamo prendere il treno, ci hanno detto che la stazione non è lontana. Il viaggio in mare è stato pauroso e molto faticoso, adesso le cose andranno meglio».