Con una lettera inviata al Ministero della Giustizia, alla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, alla Prefettura di Reggio Calabria, alla Regione Calabria e ai Servizi Veterinari ASP competenti, gli animalisti, «Delusi dall’ennesima ingiustizia ai danni degli animali che ancora una volta vede protagonista la Regione Calabria, esprimono profonda indignazione per la decisione della Corte d’Appello di Reggio Calabria (Prima Sezione Penale) che in data 14 ottobre 2025 ha assolto con formula “il fatto non sussiste” gli imputati del procedimento relativo al canile “Dog Center” di Sant’Ilario dello Ionio, riformando le condanne di primo grado.

Gli attivisti chiedono «con urgenza il divieto immediato di qualunque restituzione o riaffidamento degli animali agli stessi soggetti finché non siano pubblicate e analizzate le motivazioni della sentenza e completate le verifiche veterinarie indipendenti; l’ispezione amministrativa e veterinaria urgente da parte di Ministero, Prefettura, Regione e ASL competenti; la trasmissione degli atti al Consiglio Superiore della Magistratura se emergono anomalie procedurali e la pubblicazione integrale e immediata delle motivazioni della sentenza d’appello».

«Gli animali non devono, in alcun caso, tornare nelle mani di chi è stato processato per averli maltrattati. Date le continue violazioni in materia di protezione animale e il perdurare di gravi criticità nella gestione del randagismo nel Sud Italia - mai realmente affrontato alla radice - si evidenzia che la legge 281/1991 e le normative regionali non vengono fatte rispettare da oltre trent’anni. Il randagismo non dovrebbe più esistere, né dovrebbero esistere strutture-lager dove il maltrattamento diventa conseguenza diretta del mancato controllo delle autorità. Le istituzioni preposte non stanno vigilando né sul territorio, né sui canili, né sui rifugi, né sui cani vaganti, alimentando un business scellerato che prospera sul dolore animale».

«Queste omissioni generano violenza, degrado e perdita di fiducia collettiva: perché quando la violenza sugli animali non viene punita, la violenza si diffonde anche tra le persone. Chiediamo che lo Stato e le Regioni assumano le proprie responsabilità, ristabilendo il rispetto della legge e dei valori di civiltà che essa dovrebbe garantire». Gli animalisti «diffidano le autorità dal proseguire in qualsiasi atto di restituzione o riaffidamento degli animali oggetto del procedimento in assenza delle verifiche richieste, riservandosi azioni civili e amministrative in caso di ulteriori omissioni».