Affetto dal morbo di Parkinson, ha trasformato la ginnastica in medicina. Il dottor Giuseppe Brindisi lo ricorda con parole cariche di stima e commozione
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«Il signor Pino Labate è stato un esempio raro di resilienza. Di lui ricorderemo sempre la tenacia, lo spirito di sacrificio e la dedizione verso l’esercizio fisico». Con queste parole, il dottor Giuseppe Brindisi ha voluto ricordare una figura che ha lasciato un segno profondo in chi ha avuto il privilegio di conoscerla.
Per anni, Pino ha combattuto con coraggio contro patologie osteo-articolari che lo affliggevano, in particolare il morbo di Parkinson. Una battaglia difficile, che avrebbe potuto piegare chiunque, ma non lui. Il suo approccio è stato quello di un combattente silenzioso: «Instancabile, rispondeva con esercizi mirati, a volte stancanti, ma affrontati sempre con serenità e caparbietà», ha sottolineato Brindisi.
Il suo sorriso, la sua gentilezza e il garbo lo hanno reso amato da tutti. La palestra, luogo in cui ha saputo trasformare il dolore in forza, gli renderà omaggio con una targa in sua memoria a Villa San Giovanni. «Sarà un modo per tener vivo il ricordo di un uomo che ha saputo insegnare, a grandi e piccoli, che il movimento può essere una medicina e che la dignità non si perde, nemmeno quando il corpo cede». Un tributo doveroso a chi ha reso la fatica una lezione di vita.

