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Una scelta di cuore, di passione, di appartenenza. Dopo oltre vent’anni di carriera, esperienze, sacrifici e soddisfazioni vissute sui campi di serie C con le maglie della Cavese e Imolese, poi tanta serie D ed Eccellenza, il centrocampista Santo Buda, torna là dove tutto è iniziato: nella squadra del suo paese, la Campese. Ha deciso di indossare di nuovo quei colori che da bambino lo hanno fatto innamorare del pallone perché vuole restituire qualcosa al suo paese, ala sua gente, a questa maglia. Il suo ritorno a Campo Calabrò è molto più di un colpo di mercato: è un simbolo. Per i più giovani sarà un esempio, per i compagni un leader in campo e fuori, per i tifosi un orgoglio. Adesso con Buda, la Campese ha una guida esperta, lucida, che sa dettare i tempi e trasmettere valori. Grande colpo di mercato, dunque, del direttore sportivo Alfredo Carrozza che posiziona un altro tassello importante per la nuova stagione della Campese.
Ciao Santo, quest’anno giochi nella squadra del tuo paese, che emozione ti fa?
«Tornare a casa dopo più di 20 anni dall’ultima volta è sempre un emozione particolare , ero un bambino quando ho indossato questa maglia per l’ultima volta e adesso torno con qualche anno in più»
Conosci bene la Prima Categoria Cosa ti aspetti da questo campionato?
«L’augurio e l’obbiettivo è quello di fare la prima categoria , visto il verdetto della scorsa stagione che ha visto la campese retrocedere al play-out. Siamo fiduciosi e stiamo allestendo una squadra all’altezza della categoria,qualora dovessimo partecipare nostro malgrado alla seconda categoria lo faremo con l’obiettivo di tornare subito in prima , un campionato strano dove negli ultimi anni ha visto dividersi in 2 dove le prime 3/4 squadre facevano un campionato a sé,dobbiamo essere bravi quanto meno a colmare questo gap»
Giocare in casa con la Campese può darti stimoli in più?
«Giocare in casa può essere un arma a doppio taglio, la voglia e l’amore per il proprio paese può giocare brutti scherzi ed è per questo che devi essere bravo a non farlo pesare, ma sicuramente è uno stimolo in più per far sì che la Campese non lotti ogni anno per ottenere la salvezza»
La tua esperienza sarà importante per il campionato e per tutta la squadra, Che consigli puoi dare ai giovane?
«Non solo la mia esperienza sarà importante ma anche quella di altri giocatori , il consiglio che posso dare, quello più importante è di essere bravi tutti a creare un gruppo che si allena e gioca divertendosi, diventare amici,perché le partite si vincono nello spogliatoio durante la settimana»
Quale sarà l’obbiettivo della Campese ?
«L’obiettivo è uno solo “DIVERTIRSI” e creare un gruppo forte di amici sia in campo che in dirigenza e devo dire che siamo sulla giusta strada , raggiungendo questo obiettivo gli altri vengono in automatico,quello che ci tengo è vedere i gradoni pieni di famiglie con bambini e far tornare l’entusiasmo nel paese»
Com’è nata l’idea di tornare a Campo Calabro ?
«L’idea nasce intorno a febbraio della scorsa stagione , e con il passare del tempo si faceva sempre più concreta per via di alcune situazioni che mi hanno portato a pensare che preferisco divertimi a casa e con amici. Ma fino a fine stagione ho onorato al massimo l’impegno preso con il Catona Calcio, per me stesso e sopratutto per rispetto dei miei compagni.
A fine stagione una chiacchierata con il presidente ed amico Domenico Gullì , non mi ha fatto esitare un secondo che l’idea nata era quella giusta. Ed ho coinvolto dirigenti che conoscevo dalla passata stagione diventati amici, come il Direttore Sportivo Alfredo Carrozza ed Erminio Esposito , che senza esitare hanno accettato di seguirmi»

