Dopo la mancata iscrizione, la proprietà della SPAL esprime il proprio rammarico e parla di un progetto sportivo fallito solo per cause esterne. La strada è in salita, ma il club potrebbe ripartire da una categoria inferiore.

Ferrara è sotto choc dopo la decisione che la SPAL non sarà al via del prossimo campionato di Serie C. Joe Tacopina, presidente e proprietario, ha diffuso un comunicato ufficiale molto duro e diretto.

«È un epilogo che definire doloroso è un eufemismo, afferma Tacopina, abbiamo lottato con tutte le nostre forze, investendo oltre 50 milioni di euro, ma nonostante il nostro impegno totale la realtà è stata più forte. La verità è che non è stato un fallimento sportivo, ma una sconfitta dovuta a circostanze esterne che non potevamo controllare».

Tacopina non risparmia parole durissime sulla situazione fuori dal campo: «Uno dei partner più importanti ha fatto marcia indietro dopo l’episodio vergognoso e inaccettabile di violenza contro i nostri giocatori. Questo dimostra quanto il clima intorno alla SPAL sia diventato tossico. Non è solo una squadra, è un simbolo di una città e questa città merita rispetto».

Il presidente prosegue: «Abbiamo fatto di tutto per salvare la società, ma è diventato impossibile attrarre nuovi capitali. Le porte si sono chiuse non per colpa nostra, ma per una serie di problemi strutturali e di intolleranza. Non siamo falliti, e non lo saremo mai. Siamo proprietari di questa società e cercheremo in ogni modo di continuare il progetto, anche se questo significherà ripartire dal basso».

La società sottolinea inoltre la determinazione a non arrendersi: «Ferrara merita una squadra degna della sua storia e dei suoi tifosi. Noi ci saremo, anche se dovremo ricostruire dalle fondamenta».

La SPAL vive un momento drammatico, segnato da scelte e circostanze che sollevano più di qualche interrogativo sul futuro del club. La ferma volontà della proprietà lascia aperta una porta, ma restano dubbi sulla capacità reale di invertire la rotta in un contesto così complicato. La città e i tifosi, stanchi e delusi, attendono risposte concrete: il rischio è che, senza un progetto serio e condiviso, la squadra possa scomparire dai palcoscenici che merita.