martedì,Febbraio 18 2025

A TU PER TU | Da Scilla a Gaza, Enzo Porpiglia: «Per quasi tutto l’anno in zone di guerra ma torno sempre in Calabria per ritrovare la pace e gli affetti» – VIDEO

Il capo missione di Medici senza Frontiere nei territori occupati della Palestina, è stato ospite della video rubrica de IlReggino. Ci ha raccontato la sua esperienza di 35enne con alle spalle già dieci anni di gestione delle emergenze nelle aree di conflitto

A TU PER TU | Da Scilla a Gaza, Enzo Porpiglia: «Per quasi tutto l’anno in zone di guerra ma torno sempre in Calabria per ritrovare la pace e gli affetti» – VIDEO

Dialoga per tessere relazioni e garantire la presenza di ospedali e l’accesso alle cure in posti il più possibile vicini ai fronti di guerra. Assume decisioni dalle quali dipendono la vita delle persone da curare dopo un bombardamento e la sicurezza degli operatori sanitari da inviare sul posto dopo un attacco missilistico. Vincenzo Porpiglia, 35 anni, nato e cresciuto a Scilla nel reggino, orgogliosamente calabrese, coordinatore delle Emergenze per Medici senza Frontiere e dallo scorso luglio direttore delle operazioni nei Territori occupati in Palestina e capo missione a Gaza e in Cisgiordania.

Non è un sanitario ma è colui che apre spazi umanitari dove l’umanità regredisce fino al punto che uccidere indiscriminatamente è una inquietante e inaccettabile normalità che mette in conto vittime innocenti, come sono tutti i bambini in ogni conflitto. Dunque fa del dialogo il suo strumento per aprire varchi e cercare di portare aiuto alle popolazioni civili costrette a vivere in contesti di guerra e di violenze e atrocità. 

La cifra del suo orgoglio di appartenenza è data dalla fierezza con cui annovera il dialetto calabrese tra le sue lingue madri, lui che dialoga adesso con israeliani e palestinesi e che fino a che ieri lo ha fatto con russi e ucraini. «Conosco e vedo ogni giorno cosa le guerre generino nell’umanità. Ogni volta che torno in Calabria, e cerco di farlo ogni volta che posso, ritrovo pace».

Impegnato a costruire una pace che, ci tiene a dirlo, non è un’entità astratta e che spesso, come nel caso di MsF, passa anche da posizioni ferme e solide su quanto deve essere fatto per garantire sempre e comunque un sicuro accesso alle cure e possibilità di sopravvivenza laddove la morte non è un fatto naturale o accidentale ma è la diretta e nota conseguenza di un’azione sempre scellerata e ingiustificabile. «Ogni guerra è sempre persa già in partenza. lo dimostra quello che vediamo ogni giorno negli ospedali. Medici senza Frontiere lo denuncia da mezzo secolo. È l’atto più disumano che possa esistere. La Pace, dal canto suo, deve essere conquistata non semplicemente da pacifisti ma anche con idee molto chiare e con posizioni molto solide e ferme».  

Molto riservato, determinato, appassionato e motivato, Enzo Porpiglia, solo 35 anni e con oltre un decennio di esperienze importanti alle spalle, è rientrato solo per qualche giorno da Gerusalemme dove adesso risiede. Lo ha fatto per un appuntamento irrinunciabile, quello con gli affetti che ha riabbracciato prima della fine di questo 2024.

La sua esperienza umanitaria in contesti legati a conflitti è iniziata dopo la laurea in Gestione dell’Emergenze presso l’università di Perugia. La prima missione è stata in Sudan presso il centro di cardiochirurgia di Emergency. Aveva 26 anni e non si è più fermato. Nella Repubblica Centro Africana, in preparazione di un’epidemia di Ebola, in Sierra Leone, ancora nella Repubblica Centro Africana e poi, con Medici Senza Frontiere, in Burundi e dopo in Medio Oriente in Iraq e in Europa, in Ucraina nel 2022 dove si è fermato per due anni prima di essere destinato nuovamente in Medio Oriente ma questa volta nei Territori occupati della Palestina, dopo il tragico attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Lo scorso luglio è arrivato a Gerusalemme per svolgere il ruolo di capo missione in Cisgiordania e a Gaza dove l’ultima volta è stato per un mese tra agosto e settembre.

Un percorso inatteso che, missione dopo missione, diventa per Enzo Porpiglia una scelta sempre più consapevole. Sul futuro non si sbilancia e, per sua candida ammissione, non fa troppi pianiAttraverso l’intervista che abbiamo realizzato, ecco la sua testimonianza. GUARDA IL VIDEO.

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