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Nell’Area Grecanica della Calabria si è letteralmente toccato il fondo. In un contesto di grave siccità che sta affliggendo tutta la regione, l’emergenza idrica che colpisce il borgo aspromontano di San Lorenzo è il risultato di una combinazione di emergenza climatica, scarsa manutenzione del sistema idrico e distanza siderale delle istituzioni.
Questo quadro di degrado infrastrutturale sta esasperando gli abitanti, che si sentono sempre più soli e abbandonati dallo Stato che, come denunciano i cittadini, sembra essersi dimenticato di loro. Anziani soli e costretti a farsi aiutare per portare in casa un paio di bidoni d’acqua, famiglie che devono rinunciare alla loro permanenza estiva, servizi essenziali come l’ufficio postale e la guardia medica a rischio chiusura: tutto questo sta avvenendo oggi, nel 2024, nel comune di San Lorenzo, paese della Provincia di Reggio Calabria che di recente ha ospitato il G7 del Commercio, dove il perdurare dell’emergenza idrica potrebbe portare allo sfollamento del comune aspromontano.
Ma altro che G7, ironizzano gli abitanti «Qui non siamo in Europa, siamo come in Africa sub-sahariana in attesa delle missioni umanitarie».
La rete colabrodo
«San Lorenzo continua a vivere l’emergenza idrica e si attende ancora dopo 50 giorni la risposta dei commissari» dice un residente. «Come popolazione, abbiamo presentato un esposto sia al commissario che, per conoscenza, al comando della stazione dei Carabinieri e alla Guardia di Finanza. Tuttavia, nonostante innumerevoli tentativi e incontri con il commissario, i risultati sono deludenti. Dal primo giugno siamo senza una goccia d’acqua. È venuta solo dopo ventotto giorni e poi è sparita di nuovo. Dopo il nostro incontro in Comune l’acqua è tornata per qualche ora, ma poi siamo rimasti a secco per altri quindici giorni».
Oltre alla siccità, il vero grande problema è soprattutto infrastrutturale. «Sappiamo da persone competenti che l’acqua c’è, ma la manutenzione è pessima. Le perdite lungo le strade sono innumerevoli e l’acqua nei serbatoi è incustodita e piena di melma. È una situazione insostenibile per tutti, in particolare per le persone anziane e disabili, che non possono recarsi a prendere l’acqua. Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni, senza risposte o supporto adeguato».
Istituzioni assenti
A fare più rabbia non è solo la mancanza d’acqua, ma anche e soprattutto il senso di abbandono da parte dello Stato che sembra essersi girato dall’altra parte. A San Lorenzo, le facce dei pochi residenti rimasti dicono tutto: il senso è quello di una sconfitta senza precedenti. Uno stato di abbandono così non si era mai visto. «Siamo completamente abbandonati dalle istituzioni. Nessuno ci ascolta. Il commissario viene e se ne va senza risolvere nulla – afferma una signora esasperata -. Siamo pieni di spazzatura e sterpaglie, a rischio di incendi che non potremmo spegnere».
L’emergenza sanitaria
«Qui rischiamo di prenderci seriamente delle malattie – fa eco una signora – mia figlia vuole andarsene perché ha preso un’infezione all’occhio usando l’acqua delle taniche. Mio fratello, malato di reni, non può venire perché rischierebbe la salute. Siamo senza igiene, come in Africa sub-sahariana. È un’emergenza sanitaria. L’acqua dell’autobotte non è potabile e non c’è controllo igienico. È una situazione che non dovrebbe esistere».
Il rischio è anche che, a breve, possa chiudere la postazione di continuità assistenziale, che in gergo chiamiamo guardia medica. Senza acqua è impossibile, per il medico, anche solo disinfettare una ferita. Stessa sorte per l’ufficio postale: se non c’è acqua per garantire i servizi igienici minimi ai cittadini molto presto si potrà assistere alla sua chiusura.
Stagione turistica compromessa
Un’altra cittadina, che non vive stabilmente a San Lorenzo ma che vi trascorre i fine settimana, racconta la sua esperienza: «Io non sono residente, ma amo questo paese. Ho ristrutturato una piccola casa per trascorrere i fine settimana, ma oggi vado via. Non sono disposta a trasportare taniche d’acqua e pago regolarmente il servizio. Anche altre persone che amano questo posto stanno andando via. In estate, il paese potrebbe essere un luogo di convivialità e amicizia, ma senza acqua è impossibile. In altri paesi, l’acqua manca solo in orari specifici e programmati, ma qui non c’è alcuna calendarizzazione. L’acqua non è pulita, e il paese è sporco. La situazione è psicologicamente insostenibile, ti senti costantemente a disagio».
Le storie dei cittadini di San Lorenzo sono un grido disperato che richiede attenzione immediata. La crisi idrica non è solo una questione di risorse limitate, ma anche un sintomo di una gestione fallimentare delle infrastrutture e della mancata risposta delle istituzioni locali e nazionali. Mentre i residenti lottano quotidianamente per accedere all’acqua, un bene essenziale, il loro senso di abbandono cresce.
La situazione a San Lorenzo Superiore rappresenta un campanello d’allarme per l’intero sistema di gestione delle risorse idriche in Italia. L’acqua è un diritto fondamentale, e la sua mancanza non può essere tollerata in una società civile. I cittadini di San Lorenzo Superiore meritano risposte e soluzioni, non promesse vuote. Le loro testimonianze devono essere un monito per chi ha il potere di cambiare le cose. Se qui, lo Stato, si è girato dall’altra parte, che apra bene gli occhi, e guardi questi suoi figli disperati che presto saranno costretti ad abbandonare per sempre il meraviglioso borgo dall’olmo secolare. Li guardi e gli tenda una mano: i cittadini non chiedono che questo.