giovedì,Aprile 25 2024

Omicidio a Reggio, Davi: «Era perseguitato ci sono le prove. Lo avevano picchiato per strada»

Per il massmediologo l'uomo di nazionalità polacca ucciso nella sua abitazione era «vittima di estorsioni»

Omicidio a Reggio, Davi: «Era perseguitato ci sono le prove. Lo avevano picchiato per strada»

«Il ‘Polacco’ era un perseguitato». Lo ha detto il massmediologo Klaus Davi che ha raccolto informazioni circa l’omicidio del un gestore di un autolavaggio a Santa Caterina.

«Era stato vittima di estorsioni e di furti anche in casa, più volte – ha detto Davi confermando che il dato emerge da alcune interviste fra i suoi conoscenti e collaboratori che ha realizzato in questi giorni – Si sentiva talmente poco sicuro che teneva un circuito di telecamere anche in casa – sostiene il giornalista . Impianto fatto montare dopo l’episodio di vandalismo che aveva avuto come obiettivo il suo magazzino gestito dagli indiani. Soffriva anche di diabete il che lo aveva indebolito fisicamente e costretto a spostarsi in carrozzina.

Ma questi suoi problemi non avevano impedito ai suoi persecutori (un noto gruppo mafioso di Santa Caterina chiamiamolo con una metafora colta ‘Eremita’ per evitare le querele…. ) di usargli violenza pubblicamente, anche per strada.

Chi lo minacciava sarebbe arrivato a farlo anche via cellulare esplicitamente. Gli sarebbe stato sottratta una cifra di 50 mila euro – ha ricostruito sempre Klaus Davi – Insomma non proprio una vita tranquilla quello di Remislav Krzysztof Grudniewski ucciso da uno sconosciuto pochi giorni fa. La Procura dice che non c’entra la Mafia. Sarà. D’altra parte sono passati nove mesi e ancora non sappiamo se la mafia c’entri con l’attentato a Francesco Cannizzaro pianificato in pieno centro fra Tremulini e Santa Caterina , in una zona piena di telecamere».

Economicamente pare che stesse bene Remislav e che avesse beneficiato di un piccola eredita familiare. Non aveva quindi problemi ed era una preda perfetta per la malavita di rione . La Procura però ha fatto trapelare di non credere alla pista ‘mafiosa’ ma piuttosto a motivazioni ‘personali’ nella ricostuzione dell ‘omicidio . Infatti, Rzemyslaw Krzysztof Grudniewski avrebbe fatto salire il suo o i suoi assassini aprendo loro la porta senza problemi. Un particolare che fa propendere per una conoscenza pregressa ben consolidata, in effetti, come sostiene la Procura.

Quindi l’omicidio e la condizione di vessazione in cui Grudniewski era costrettoa vivere potrebbero non essere collegati.

Sta di fatto però che la moglie di un noto mafioso di Santa Catarina il cui cognome inizia con la ‘C’ pretendeva che le sue macchine venissero lavate a gratis….Che violenze e persecuzioni nei riguardi del polacco erano all’ordine del giorno e che Grudniewski si era lamentato piu volte del ‘menefreghismo’ dimostrato dallo Stato dopo la denuncia presentata in questura a seguito del magazzino bruciato .

Ammesso che le cose dovessero stare veramente cosi, non proprio una bella immagine per le politiche di ‘prevenzione’ del crimine a Reggio Calabria. E per chi recita il mantra del ‘coming out’ contro la mafia in simposi e dibattito mondani….

Articoli correlati

top