venerdì,Aprile 26 2024

MIGRANTI, PAROLE E FATTI – Ruvolo: «A Reggio servono mezzi e risorse per l’accoglienza, necessaria la rotazione dei porti» – VIDEO

L’analisi del delegato comunale alla Protezione civile, anche alla luce del nuovo approdo di questa mattina: «Occorre maggiore attenzione alla questione dei minori non accompagnati»

MIGRANTI, PAROLE E FATTI – Ruvolo: «A Reggio servono mezzi e risorse per l’accoglienza, necessaria la rotazione dei porti» – VIDEO

«Il porto di Reggio Calabria sembra sia tornato a essere un porto di sbarco, anche se, oggi, è punto di snodo per altri spostamenti di migranti già accolti a Lampedusa. Registro, tuttavia, che contrariamente al passato c’è una convergenza sul porto di Reggio. In occasione di precedenti frangenti caldi c’era stata una distribuzione anche degli approdi tra i vari porti calabresi. Non penso a Roccella, già molto esposto, ma penso per esempio a Vibo e altri in regione. In questo momento ciò non sta avvenendo. È necessario che il Governo organizzi e distribuisca meglio per alleggerire i Comuni».

Una rotazione dei porti per consentire ai Comuni di gestire meglio le attività di accoglienza. Attività che già, come nel caso di Reggio Calabria, devono misurarsi con l’assenza di un porto attrezzato e di strutture adeguate. Così il consigliere con delega alla Protezione civile del comune reggino, Antonio Ruvolo, commentando il terzo approdo da di Migranti da Lampedusa in meno di un mese al porto della città dello Stretto. Questo, in particolare a soli cinque giorni dallo sbarco di quasi seicento migranti invece soccorsi in mare.

Organizzazione e distribuzione

«Anche se il nostro porto non è attrezzato, ci viene richiesto comunque di accogliere. Segnalo che un hotspot era stato predisposto ma è stato smantellato anni fa, prima di entrare in funzione. Questione che abbiamo già evidenziato in sede di incontri e confronti. Ci rendiamo conto della necessità di collaborare. Continueremo a dare anche noi una mano ma chiediamo che ci sia un’organizzazione proporzionata ad un fenomeno ormai noto e di grande portata», sottolinea il consigliere Antonio Ruvolo.

Il Comune di Reggio ha da tempo adattato per la sosta dei migranti prima del trasferimento, la palestra della scuola media dismessa di Gallico e, in occasione dell’ultimo sbarco, anche il salone delle Piramidi del Cedir. Se Reggio, tuttavia, deve tornare ad essere un porto di sbarco, ciò non può bastare. Servono mezzi e risorse per organizzare un’accoglienza adeguata.

Uno sbarco dopo l’altro

La macchina dell’accoglienza reduce da uno sbarco in cui è stato necessario compiere tutte le attività necessarie di carattere sanitario e la foto identificazione, oggi è stata, anche se con ritmo diverso, impegnata. Tutto ciò mentre la palestra di Gallico, una palestra sottratta alle attività delle società sportive per le quali gli spazi in città sono già ridotti, era ancora sovraffollata. In attesa di trasferimento, 168 minori non accompagnati, non bambini. E questo pone in evidenza un’altra questione.

«Gli uffici dei servizi sociali mi segnalano la difficoltà di collocare questi minori. Evidentemente c’è una riduzione delle strutture accreditate in cui possano permanere. È necessario che il governo organizzi un’accoglienza stabile dei migranti su tutto il territorio e che attenzioni anche la questione dei minori non accompagnati», sottolinea ancora il consigliere con delega alla Protezione Civile del Comune di Reggio Calabria, Antonio Ruvolo.

Somme da anticipare e personale da investire

Si pongono poi le questioni delle risorse vista la frequenza degli sbarchi registrata a Reggio Calabria in queste ultime settimane. Nel solo 2023 già tre da Lampedusa, funzionali al riparto del Viminale, per un totale di quasi 1800 persone passate dal porto, e 584 migranti giunti dopo essere stati soccorsi in mare.

«Occorre un investimento del governo in termini di risorse, mezzi e uomini. I Comuni vengono rimborsati dal Ministero ma devono anticipare delle somme, senza contare anche l’impiego di personale proprio che invece è a carico dell’ente, nel nostro caso anche sottodimensionato. Le spese comprendono il personale di accoglienza (alcuni volontari percepiscono un rimborso spese ndr), la manutenzione e le pulizie delle strutture adattate per l’accoglienza e i servizi connessi. Prima c’erano anche i pasti che ora gestisce direttamente la prefettura», spiega ancora il consigliere Ruvolo.

Strutture idonee all’accoglienza

C’è l’aspetto delle risorse economiche e c’è quello delle risorse strutturali.

«È intenzione dell’amministrazione non utilizzare più le strutture sportive, di cui già siamo carenti e visto che stiamo già sacrificando la palestra della scuola Boccioni. Non è cosa da poco, infatti, inoltre individuare le strutture idonee all’accoglienza. Noi avevamo fatto la proposta di un terreno che però non aveva i requisiti di sicurezza richiesti. Ma in ogni caso non sarebbero stati sufficienti, trattandosi di moduli abitativi per soli ottanta posti. Qui si registra la necessità di pernottamenti per centinaia di persone. Quindi è necessario pensare a strutture anche da costruire, se necessario, con investimenti del governo», conclude il consigliere con delega alla Protezione Civile del Comune di Reggio Calabria, Antonio Ruvolo.

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