Neonato morto a Villa, il compagno della donna arrestata: «Non so chi sia il padre e non sapevo che fosse incinta»
Il giovane, di ventinove anni e originario del Mali, lavora come cameriere e ha riferito che la ragazza era sempre coperta per nascondere la gravidanza
In un’intervista, il compagno della madre della ragazzina coinvolta nella morte del neonato abbandonato a Villa San Giovanni, ha fornito un resoconto dettagliato delle sue dichiarazioni davanti gli inquirenti. Il giovane, di ventinove anni e originario del Mali, ha parlato in francese, raccontando la sua versione dei fatti.
«Sono in Italia dal 2011» ha iniziato il ragazzo. «Sono il fidanzato della madre della ragazza. Non conosco l’identità del padre del neonato e non sapevo nemmeno che fosse incinta» ha spiegato, aggiungendo di non essersi mai accorto della gravidanza perché la ragazza era sempre coperta.
Ha descritto un litigio avvenuto sabato scorso, quando la compagna gli ha chiesto di andare a comprare delle Coca-Cola. «Al mio rifiuto, abbiamo iniziato a litigare. Successivamente, mi ha chiesto le chiavi della macchina per andare al supermercato con le figlie e gliele ho date» ha raccontato. Dopo questo episodio, il giovane, che di mestiere fa il cameriere, è andato a lavorare e ha fatto ritorno a casa solo nella notte.
La domenica si è svegliato alle due del pomeriggio e verso le quattro ha suonato alla porta della compagna, che non lo ha fatto entrare. «Quando ho chiesto della bambina, mi ha risposto che stava dormendo» ha dichiarato. Non avendo mai notato segni di gravidanza, il giovane ha riferito di aver più volte sensibilizzato la compagna sulle sue responsabilità di madre. «Ricordo un episodio in cui le avevo chiesto se fosse necessario portare la bambina all’ospedale, ma mi ha risposto di no».
L’abitazione in cui vivevano è composta da quattro appartamenti sullo stesso piano, ciascuno occupato separatamente. «Pur non abitando lì – ha spiegato – spesso passavo del tempo con la mia fidanzata e la sua famiglia». Un vicino ha riferito di aver sentito molti rumori durante la notte, senza però sapere a cosa fossero dovuti.
Il giovane ha concluso il suo racconto dichiarando di aver parlato con la polizia, rivelando tutto ciò che sapeva. Le indagini, quindi, continuano in attesa degli esiti dell’autopsia e degli esami del Dna effettuati sul corpicino del neonato.