La politica reggina in fila da Araniti, le accuse a Neri e Sera: «Chi allaccia rapporti con Barillà sa che è parente del boss»
Il genero del capobastone nel quartiere di Sambatello per il gip è «un politico fortemente “corteggiato” da più parti perché capace di movimentare molti voti in tutta la provincia». Il suo ruolo alle regionali e alle amministrative e il legame con i due eletti di Fdi e Pd nei confronti dei quali il gip ha respinto la richiesta d'arresto
di Vincenzo Imperitura – «Qualsiasi politico che allaccia rapporti con il Barillà – scrive il gip – sa benissimo della sua parentela con il boss di ‘ndrangheta e anche che lo stesso Barillà si avvale dell’aiuto elettorale di Araniti Domenico ed è consapevole del rischio che corre e cioè di vedersi “additato” come politico che ha legami con “determinati ambienti”». Daniel Barillà è un collettore di voti molto attivo in città e che ha rivestito cariche importanti come «membro dell’organismo indipendente di valutazione della città metropolitana di Reggio Calabria» e come professionista esterno per la redazione di un progetto di piano per lo sviluppo infrastrutturale e della mobilità nell’area dello Stretto.
Allo stesso tempo il “mago” dei consensi (in conto terzi), è il genero di Domenico Araniti, il “Duca”, capobastone nel quartiere di Sambatello. È lui, Barillà, il perno attorno cui ruota il fattore “politico” dell’indagine della distrettuale antimafia dello Stretto che ha portato ai 14 arresti di ieri mattina a Reggio.