«Nel 1994, a seguito di un nuovo trasferimento presso la Guardia costiera di Reggio Calabria, collaborò attivamente con un pool investigativo coordinato dal sostituto procuratore Francesco Neri, costituito per effettuare le indagini sulle “navi a perdere”, sospettate di essere state affondate, deliberatamente, con il loro carico di rifiuti radioattivi. La notte tra il 12 e il 13 dicembre del 1995 il comandante De Grazia morì improvvisamente in circostanze sospette mentre si recava alla Spezia per attività di indagine. Nel 2004 il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, insignisce De Grazia della medaglia d’oro alla memoria al Merito di Marina, perché la sua opera “è stata contraddistinta da un altissimo senso del dovere che lo ha portato, a prezzo di un costante sacrificio personale e nonostante pressioni ed atteggiamenti ostili”, a svolgere complesse investigazioni nel settore dei traffici clandestini e illeciti operati da navi mercantili».

La classe De Grazia

La Guardia costiera presenta così il Capitano di fregata, medaglia d’oro “alla memoria” al Merito di Marina, nel profilo ufficiale. Alla sua memoria ha intitolato, il 12 dicembre 2020, la Cp 420, la prima costruzione inaffondabile che ha conseguito la certificazione di “autoraddrizzante” per uno scafo di lunghezza superiore ai 30 metri, capace di operare in condizioni meteomarine proibitive.

L’impegno della Marina Militare per contrastare l’oblio

«Dobbiamo tanto alla Marina Militare e alla Capitaneria di Porto che non hanno mai permesso che mio padre fosse dimenticato», è quanto hanno voluto sottolineare Giovanni e Roberto, figli del capitano di Fregata della Marina Militare, Natale De Grazia, la scorsa estate a bordo della nave scuola Palinuro che al passaggio dinnanzi al porto di Scilla che presto sarà intitolato alla memoria del padre, ha reso un solenne omaggio alla sua memoria.

Dedizione e passione

Natale De Grazia (Reggio Calabria, 19 dicembre 1956 – Nocera Inferiore, 12 dicembre 1995) aveva conseguito il titolo professionale marittimo di Capitano di lungo corso nel 1981. Dopo quattro anni di navigazione in qualità di 2º e in seguito di 1º Ufficiale di coperta su navi mercantili e petroliere, conseguì il titolo di capitano di lungo corso. Nel 1983 con il concorso pubblico per Ufficiali a nomina diretta, entra a far parte del Corpo delle capitanerie di porto Guardia costiera, raggiungendo in un anno il grado di Guardia marina e in seguito di Capitano di corvetta. Tra il 1984 e il 1991, prestò servizio prima presso la Capitaneria di porto di Vibo Valentia e quindi nel Compartimento Marittimo di Reggio Calabria. Nel 1991 assunse il comando del Circondario Marittimo di Carloforte (Cagliari). Poi il nuovo e ultimo trasferimento presso la guarda costiera di Reggio Calabria.

L’ultimo viaggio e l’ultima notte…

La sera del 12 dicembre 1995, durante il viaggio verso La Spezia, a Nocera Inferiore, nel salernitano, fu colto da un malore che gli stroncò la vita. Il tutto avvenne in circostanze mai pienamente chiarite, mentre si stava recando dalla Calabria alla Liguria per attività investigative legate proprio a quelle indagini sulle Navi a perdere.

Un infarto lo avrebbe colto, nonostante la tempra forte e i neppure 39 anni di età. La moglie Anna Vespia rimase vedova all’età di trentasei anni, con Giovanni e Roberto, aìllora soltanto due bambini.

Ombre e dubbi restano come resta la certezza che Natale De Grazia sarebbe arrivato a svelare quelle verità negate e inabissate degli affondamenti dolosi di navi con carichi sospetti sui quali stava indagando.

Misteri fitti e verità taciute

Numerosi elementi utili a queste indagini, ma mai approfonditi, sono contenuti nella relazione della commissione parlamentare di inchiesta sulle Attività illecite connesse al Ciclo dei Rifiuti del 2013. Tra gli atti della Commissione anche una perizia nella quale si legge che il suo decesso non avvenne per cause naturali.

La relazione contiene preziosi riferimenti alle indagini condotte dallo stesso capitano reggino, gli appunti e i resoconti della sua intensa attività investigativa, anche lontano dalla Calabria, per ricostruire quanto stava avvenendo anche nei mari calabresi. L’indagine reggina, tuttavia, venne archiviata nel 2000. Cinque anni dopo la sua morte avvenuta in circostanze mai chiarite.

Tra i documenti rinvenuti da sue perquisizioni, per esempio, anche altri appunti/ progetti preventivi relativi a navi che dovevano essere attrezzate, adattate o acquistate. Tra esse anche la motonave Jolly Rosso, spiaggiatasi in circostanze sospette ad Amantea, nel cosentino, il 14 dicembre 1990. Rinvenuto anche un appunto riferito all’affondamento presunto, ma al quale non è mai seguita alcuna “effettiva” attività di ricerca, della motonave maltese Rigel, che sarebbe “scomparsa”, al largo di Capo Spartivento nel reggino, il 21 settembre 1987.  

Misteri rimasti fitti che nascondono verità scomode che hanno trovato autorevoli complici per restare taciute.

L’iniziativa

Il circolo Legambiente di Reggio Calabria, in collaborazione con il Circolo del Cinema Cesare Zavattini e la Cooperativa Rom 1995, in occasione dell’anniversario, promuovono un incontro sull’ambiente, nella sala conferenze del Centro del Riuso a Condera con inizio alle ore 18:30.

Sarà proiettato il documentario “Abyss Clean Up”, che indaga lo stato dei rifiuti sottomarini nello Stretto di Messina; seguirà un dibattito con il regista Igor d’India.