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«L’incremento del 17% nel numero di istanze, alle quali corrispondono denunce, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno che abbiamo registrato in questo primo frangente del 2025 fa ben sperare. Ma possiamo e dobbiamo fare di più affinché vi sia un incremento delle denunce e, con esso, un maggiore affidamento allo Stato da parte di chi subisce e un contributo più decisivo all’emersione dei fenomeni». La commissaria straordinaria del Governo per il coordinamento delle iniziative Antiracket e Antiusura, la reggina Maria Grazia Nicolò, ospite negli studi del Reggino.it della nuova puntata di A tu per tu, approfondisce procedure e dati relative all’attività legate al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell’usura e dei reati intenzionali violenti.
Il fondo di solidarietà e gli aventi diritto
Il fondo dal 2011 comprende il Fondo unico di solidarietà alle vittime delle richieste estorsive e dell’usura e il fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, entrambi istituiti nel 1999. Esso riconosce l’accesso a coloro che dopo avere denunciato ne facciano istanza. Esso è destinato, pertanto, a imprenditori bersaglio di una strategia di minaccia e intimidazione finalizzata a un’offerta di protezione dietro pagamento di somma di denaro. La pratica estorsiva, volta ad attuare un controllo sul territorio, è esercitata in svariati settori. Non solo utili da reinvestire in affari illeciti, attraverso la pretesa del “pizzo”, ma sempre più spesso imposizione di servizi, forniture e manodopera, così da inquinare il libero marcato e l’economia del territorio e oltre.
Il fondo è riservato anche alle vittime di usura, intesa come vantaggio illecito tratto dallo sfruttamento del bisogno di denaro di qualcuno. Lo stato di necessità di denaro, in cui possono ritrovarsi imprenditori ma anche famiglie in difficoltà, può spingere molti a ricorrere all’usura vista come una soluzione più immediata per risolvere il problema di liquidità. Ma quel prestito “più facile” da ottenere impone invece interessi usurari con un tasso soglia di gran lunga superiore a quello rilevato ogni tre mesi dal ministero dell’Economia e delle Finanze, o comunque sproporzionato rispetto alla somma di denaro prestata. Questa la trappola tesa dagli strozzini in cui cadono imprenditori e famiglie che restano stritolati da queste somme di denaro date o promesse. Un fenomeno che resta ancora molto sommersa. In Calabria quest’anno nessuna istanza di accesso al fondo è stata presentata.
La tempestività della denuncia per una tutela efficace
«Ad ogni importo deliberato dal comitato di Solidarietà corrisponde un’istruttoria favorevole e una denuncia dalla quale l’iter ha avuto inizio. L’espletamento di alcuni adempimenti in capo all’istante, su piattaforma Step e con il supporto delle prefetture, sarà poi propedeutico al mio decreto. Il fondo è capiente e il fenomeno, per quando modificate possano essere le modalità e le strategie, è ancora molto presente e non solo nelle regioni del Sud. A dimostrarlo ulteriormente – spiega la commissaria Maria Grazia Nicolò – è l’importo di quasi 600 mila euro deliberato in questo 2025 nella regione Lombardia. In Calabria sono stati deliberati poco più di 437 mila euro. Occorre denunciare per presentare istanza di accesso al fondo per le vittime di Racket e usura ed è auspicabile farlo il prima possibile. Considero la denuncia come un atto di rivalsa sociale, un fatto culturale ed etico. Dopo di essa ci sono poi 5 anni di tempo in caso di estorsione e due in caso di intimidazione ambientale o usura per presentare istanza di accesso al fondo. Il nostro impegno è massimo ma la tempestività dipende anche dall’istruttoria che deve fornire gli elementi decisivi per il riscontro dei requisiti per l’accesso alle misure di sostegno. A sua volta l’istruttoria ha maggiori possibilità di essere spedita se la denuncia è immediata».
I benefici
Nel caso di estorsione il beneficio previsto consiste in un’elargizione pecuniaria, senza obbligo di restituzione a titolo di contributo al ristoro del danno patrimoniale subito, con l’impegno di riprendere l’attività.
Nel caso dell’usura, invece, consiste nell’accesso ad un mutuo, decennale a interessi zero, per il rilancio della propria attività e il reinserimento nel sistema economico legale.
La denuncia è necessaria non solo per accedere ai benefici economici ma anche per contribuire responsabilmente al contrasto del fenomeno che resta in larga parte ancora sommerso, specie in tema di usura, guardando ai dati del primo trimestre 2025 relativi alle delibere di rigetto (82 a fronte delle 3 accolte a livello nazionale).
Usura più sommersa …e tante istanze rigettate
«Alla base dell’altissima percentuale di rigetto che registriamo in caso di usura spesso ci sono motivi ostativi soggettivi come carichi pendenti, misure di prevenzione personali o condanne per ricettazione o reati contro il patrimonio per chi fa istanza oppure motivi oggettivi come decreti di archiviazione e pareri negativi del giudice che ravvisa fattispecie di reato diverse, come per esempio quella dell’usura bancaria in cui non c’è elemento soggettivo. Accade anche in caso di racket quando i furti e danneggiamenti non siano riconducibili alla matrice estorsiva. Più complessa è comunque la situazione in cui versa l’usurato che spesso arriva a denunciare alle soglie del fallimento, molto provato da un punto di vista emotivo e che, pertanto, ha bisogno di un sostegno maggiore anche nel reinserimento nell’economia legale. Da questo punto di vista il legislatore è venuto in aiuto con la previsione di un esperto», spiega ancora la commissaria straordinaria Maria Grazia Nicolò.
La squadra Stato
A curare le istruttorie complesse dalle quali dipendono le delibere di accoglimento e di rigetto delle istanze, è il Comitato di solidarietà per le vittime di estorsione e usura composto da un rappresentante del Ministero dell’Economia e delle finanze, un rappresentante del Ministero della Giustizia, un rappresentante del Ministero per lo Sviluppo Economico, da tre membri designati dal Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) ogni due anni, da tre membri delle associazioni antiracket e antiusura, anch´essi in carica per due anni e da un rappresentante della Consap concessionaria dei servizi assicurativi pubblici, senza diritto di voto.
L’atto finale è il decreto del Commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura nominato su proposta del Ministro dell’Interno con decreto del Presidente della Repubblica e previa delibera del Consiglio dei Ministri, tra persone di comprovata esperienza. Questa la struttura che lo Stato ha messo in piedi per supportare chi subisce questi insidiosi fenomeni e per contrastarli
«Noi ci siamo. Lo Stato c’è. Ma è necessario che ci siano anche gli imprenditori e la comunità di cui fanno parte. È importante che le vittime sappiano che oggi non si è lasciati soli. L’isolamento di un tempo è superato dalla presenza sempre più attiva delle associazioni antiracket sui territori. A esse si aderisce non solo se si è vittime ma anche per sostenere e incoraggiare di chi subisce il racket e a denunciare e a farsi affiancare. Al Sud quasi l’80% delle richieste di accesso al fondo avviene attraverso le associazioni antiracket. Occorre dare testimonianza con il proprio agire. Deve farlo anche la cittadinanza scegliendo, per esempio, dove fare acquisti. La comunità tutta sia consapevole che quelle pratiche illegali non sono violano diritti di chi le subisce ma pregiudicano in modo serio e profondo tutta l’economia. Lo Stato c’è e fa tanto ma occorre essere consapevoli che senza volontà tanto i singoli imprenditori quanto la comunità non si libereranno mai dal cappio mafioso». Così conclude Maria Grazia Nicolò, dal 2022 commissaria straordinaria del Governo per il coordinamento delle iniziative Antiracket e Antiusura.

