Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«Buonasera dallo stadio Granillo di Reggio Calabria dove stiamo assistendo ad una coreografia straordinaria. Raramente ho visto un coinvolgimento così totale da parte di una città, di una terra intera». Con poche parole condite di sincerità e ammirazione per la città di Reggio Calabria, Bruno Pizzul introduceva così l’ingresso in campo delle nazionali di Italia e Portogallo, match amichevole disputato il 26 aprile del 2000 nella città dello Stretto in vista dell’Europeo in Belgio e Olanda.
Anche il popolare telecronista, morto stamane a Gorizia, rimase sbalordito dallo spettacolo che lo stadio Granillo offrì al mondo intero. Una coreografia mozzafiato in tutti i settori, tifo incessante e inno di Mameli cantato a squarciagola. «Per la prima volta la Nazionale Italiana a Reggio Calabria e chi pensava ad una certa disaffezione popolare verso gli azzurri mi pare che questa dimostrazione di affetto davvero singolare, possa farci capire che la Nazionale costituisce un valore al quale il calcio non può e non deve rinunciare. Davvero tutto molto toccante».
In campo tra gli altri tante stelle, allenate da Dino Zoff, diventate negli anni a venire campioni del mondo come Totti (al suo primo centro in nazionale proprio sotto la curva sud del “Granillo”), Inzaghi, Cannavaro. E poi ancora Nesta, Figo, Conceicao (oggi allenatore del Milan) e Rui Costa.

