di Pablo Petrasso – All’Olimpico si può tentare, a Torino invece no: ci sono i «paesani». Le mani sono già salde su San Siro ma i calabresi vorrebbero estendere il business anche ad altri stadi. Il protagonista del tentativo è Giuseppe Caminiti, 45enne re dei parcheggi al Meazza, in stretto rapporto con Giuseppe Calabrò ‘u Dutturicchio, figura legata ai clan calabresi di stanza a Milano.

Caminiti, intercettato dalla Squadra mobile di Milano, racconta che «Beppe (cioè Calabrò, ndr) quando gli aveva paventato la volontà di acquisire anche la gestione dei parcheggi dello stadio di Torino, aveva immediatamente cassato il progetto poiché erano già gestiti da un’altra famiglia calabrese, i Belfiore». Il ras dei parcheggi fa ricorso all’araldica mafiosa per spiegarsi meglio: «Ti dico la verità, mi volevo prendere il parcheggio dello stadio di Torino, che ci sono… c’è la famiglia Belfiore, che sono di San Luca e sono forti anche a Torino, hai capito? ».

Calabrò, davanti alla richiesta avrebbe risposto: «Pinuccio tieniti questo. . . perché. . . perché prendere. . . andare a tirargli via il mangiare ad altre persone». Il re dei parcheggi ha, però, mire espansionistiche. A Milano esibisce contratti con un uomo vicino alla famiglia mafiosa dei Fidanzati, palermitani di Cosa nostra, e contratta un ex della banda di Vallanzasca per un affare di droga.

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